L’Aquila. La seduta del tavolo regionale sul dimensionamento scolastico che si è svolta lunedì 20 novembre ha rappresentato un’ennesima tappa interlocutoria di un provvedimento che la Regione sta portando avanti con evidenti difficoltà, e che sta sollevando critiche da più parti.
Ricordiamo che nel precedente tavolo tecnico la Regione aveva fatto proprio il piano dell’USR Abruzzo: 11 istituzioni scolastiche in meno per l’a.s 2024/25, 4 in provincia di Chieti, 3 in provincia dell’Aquila, 2 a Pescara e 2 a Teramo.
Ebbene, nonostante le indicazioni della Regione, che aveva indicato il termine ultimo del 20 novembre per ricevere le delibere di approvazione dei piani scolastici provinciali, nella riunione di ieri si è ancora una volta manifestata la contrarietà quasi unanime degli enti locali.
Al momento, solo la provincia dell’Aquila risulta che abbia accolto in toto tale proposta, pur con la contrarietà di tutte le OO.SS e di diverse componenti del territorio.
Noi lo sosteniamo da mesi: quella della modifica dei parametri del dimensionamento scolastico è una riforma sbagliata, che rischia di penalizzare ulteriormente le aree interne e i territori soggetto a drastico spopolamento, come quelli abruzzesi.
Nonostante le tante sollecitazioni e le dichiarazioni di mero principio, con cui l’Assessore Quaresimale ha più volte dichiarato la sua contrarietà ai tagli, al momento però il piano va avanti. L’unica novità di rilievo emersa nell’ultima riunione è stata quella di una possibile “proroga dei termini”, di soli 30 giorni. Non si tratta però di una proroga “salvifica” come qualcuno vuole far passare, né tantomeno ci risulta che sia stata già disposta. In pratica, scaricando ancora la volta la patata bollente alle Province, la Regione la concederà solo se queste ne faranno richiesta, e solo al fine di “ottenere una maggiore condivisione territoriale al piano in oggetto”.
Il problema però è che rimarrebbero i tagli! Noi, come FLC CGIL lo abbiamo detto chiaramente: bene la proroga, ma solo se rappresenterà l’occasione per ripensare e tornare indietro rispetto ad un provvedimento ingiusto e sbagliato. Non condividiamo l’idea che la riorganizzazione del sistema scolastico possa partire da un taglio, in particolar modo se fatto per “attuare il PNRR”. Mentre aumenta la complessità dei compiti attribuiti alle scuole, si decide di accorpare gli istituti scolastici, aumentando il numero complessivo degli alunni per istituto senza diminuire il numero degli alunni per classe.
La vicenda, in realtà sta mettendo a nudo la mancanza di prospettiva del governo nazionale e regionale, che a parole si schiera a difesa della scuola pubblica, delle aree interne e dei territori più svantaggiati e a rischio di spopolamento ma poi, nei fatti, predispone o resta inerme rispetto provvedimenti che non si riescono a contrastare, forse per questioni di “bandiera politica”.
Lo abbiamo detto a chiare lettere: perché la Regione Abruzzo, dopo aver dichiarato la contrarietà in Conferenza stato Regioni non si è impegnata per far modificare tale provvedimento dal Governo, e non ha mosso ciglio rispetto al DM 127 del 30/06/2023, che nell’attribuzione delle Istituzioni scolastiche contiene criteri penalizzanti per il territorio? Perché non ha impugnato come altre Regioni la Legge innanzi alla Corte Costituzionale?
Noi non ci rassegniamo: siamo contrari ad ogni visione meramente burocratica della scuola, tipica di chi vuol fare passare un taglio addirittura come un vantaggio per il territorio, perché (bontà sua….) eliminerebbe il fenomeno delle “reggenze” dei Dirigenti scolastici. Noi pensiamo che se davvero si vuole investire sul futuro di questo paese e di questa regione, alla scuola non servono riorganizzazioni meramente numeriche ma risorse ulteriori, che in questo caso consentirebbero il mantenimento di tutte le 190 istituzioni scolastiche abruzzesi, ciascuna con un DS e un DSGA titolare.
Noi non ci rassegniamo: dopo aver impugnato il DM 127 e aver gridato il nostro NO nelle piazze nello sciopero generale del 17 novembre continueremo con ulteriori azioni di mobilitazione.