Pescara. Il piano di dimensionamento della rete scolastica in Abruzzo adottato dalla Giunta Regionale “lascia irrisolti i problemi reali della gestione della scuola abruzzese” per il prossimo anno scolastico. A sottolinearlo in una nota è la Cisl Abruzzo e Molise, che ha invitato l’assessore regionale Quaresimale ed i presidenti delle Province a riattivare subito i lavori del Tavolo Tecnico Interistituzionale “perché la scuola abruzzese non può e non deve subire un ulteriore processo di dimensionamento scolastico come quello vissuto nel 2023”.
“Nella migliore delle ipotesi nel prossimo anno scolastico saranno almeno otto le autonomie scolastiche che non avendo un dirigente scolastico titolare andranno in reggenza, ma il numero potrebbe essere addirittura significativamente superiore. Ad aggravare la situazione, saranno diverse decine le scuole senza Direttori Amministrativi titolari che dovranno ricorrere ancora ad incarichi annuali. Questi problemi richiedono un intervento deciso dei rappresentanti politici abruzzesi affinché venga definitivamente bloccato il processo di dimensionamento scolastico e venga immediatamente bandito il concorso per i DSGA.
Il Decreto Milleproroghe ha semplicemente permesso il rinvio di un anno di quattro degli undici dimensionamenti scolastici che la Regione doveva attuare, condannando comunque queste autonomie scolastiche o altre in sostituzione alla reggenza del DS”. “La Regione Abruzzo – si prosegue nella nota – ha fatto benissimo ad avvalersi del rinvio al prossimo anno, anche in considerazione di tutti i problemi e ritardi registrati nel processo di dimensionamento scolastico che la CISL Scuola Abruzzo Molise ha più volte evidenziato. In tal senso non è mancata l’ennesima sorpresa dell’ultimo momento con lo scriteriato, per non dire privo di prudenza e lungimiranza, dimensionamento scolastico degli istituti comprensivi 1 e 7 di Pescara, maturata politicamente probabilmente tra la notte di Natale e quella di Capodanno”. Nel processo di dimensionamento scolastico attuato in “troppe occasioni i rappresentanti politici hanno deciso di non coinvolgere la scuola reale (dirigenti scolastici, consigli di istituto, collegi docenti, organizzazioni sindacali)”.