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Digitalizzazione delle PMI italiane: i dati dell’Istat

Redazione Abruzzo di Redazione Abruzzo
5 Agosto 2024
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Poter vantare dei buoni livelli digitalizzazione è oggi fondamentale per le aziende che desiderano essere competitive, anche per quelle che non operano in settori propriamente “tech”.

Ma qual è la situazione delle PMI italiane? Quante possono essere considerate all’avanguardia in termini digitali? A rispondere a questa domanda è stato l’Istat, il noto istituto statistico nazionale, attraverso un apposito report.

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Digitalizzazione e PMI: lo studio di Istat

Lo studio dell’Istat è molto recente, riguarda infatti il 2023, ed è stato articolato in questo modo: l’istituto ha preso in considerazione 12 diversi indicatori a tema digitale e ha considerato coerenti con il cosiddetto Digital Intensity Index le PMI che hanno risposto positivamente ad almeno 4 dei suddetti indicatori.

È utile ricordare che la sigla PMI sta ad indicare le piccole e medie imprese, ovvero quelle la cui dimensione spazia da un minimo di 10 fino ad un massimo di 250 dipendenti.

Andiamo dunque a scoprire i 12 indicatori considerati da Istat, i quali presentano peculiarità piuttosto diverse.

I 12 indicatori considerati nello studio

Anzitutto, l’istituto statistico ha considerato come parametro la percentuale di addetti connessi superiore al 50%, un dato che abbraccia sia le disponibilità tecnologiche dell’azienda che la sua organizzazione.

È stato considerato anche l’uso dell’intelligenza artificiale, la quale è senz’altro la più grande innovazione tecnologica registrata negli ultimi tempi, ed un dato tecnico inerente la velocità BL fissa in download (maggiore o uguale a 30 Mbit/s).

Il quarto indicatore è l’effettuazione di analisi di dati, che sia interna o esterna all’azienda, il quinto l’acquisto di servizi di cloud computing ed il sesto l’acquisto di servizi di cloud computing sofisticati o intermedi.

È stato considerato anche l’utilizzo dei social media, divenuto ormai indispensabile nell’ottica del marketing e non solo, e l’utilizzo di due diverse tipologie di software: ERP e CRM.

I software ERP (Enterprise Resource Planning), sono utilizzati per rendere più efficienti ed agevoli i processi aziendali, trovano dunque impiego per attività di contabilità, di gestione del personale e simili, mentre i software CRM (Customer Relationship Management) hanno come finalità primaria quella di consentire all’azienda di gestire i rapporti con i clienti, fermo restando che in commercio vi sono anche CRM open source più evoluti come www.vtenext.com che integrano anche delle funzioni di Customer Data Analysis.

Un ulteriore parametro considerato è l’utilizzo di almeno due social media, indicativo appunto di una particolare propensione dell’impresa all’uso di tali strumenti digitali, gli ultimi due parametri, infine, riguardano le vendite effettuate via web, dunque si rivolgono alle aziende che operano tramite e-commerce, che sia in modalità esclusiva o anche parallelamente al commercio tradizionale.

Fatto il punto sui diversi indicatori considerati, vediamo quali dati sono emersi.

Dati positivi, ma c’è ampio margine di miglioramento

Secondo Istat, le PMI italiane che adottano almeno 4 delle attività digitali di cui si è detto sono il 60,7% del totale, una percentuale superiore rispetto a quella dell’intera Unione Europea, che si attesta a quota 57,7%.

Il dato può dunque dirsi positivo, ma ci sono senz’altro degli ampi margini di miglioramento, anche in considerazione del fatto che vi sono delle tecnologie ad altissimo potenziale che rivestono ancora un ruolo molto marginale nei processi aziendali.

Nell’ordine, gli indicatori che sono stati riscontrati con maggior frequenza nelle PMI italiane sono la velocità BL fissa in download maggiore o uguale di 30 Mbit/s, con una percentuale dell’84,8%, l’acquisto di servizi cloud computing, con il 61,4%, e l’utilizzo dei social media, con il 57,3%.

Ad essere ancora molto marginale è, invece, il ricorso all’intelligenza artificiale: secondo Istat, infatti, appena il 5% delle PMI italiane fa ricorso all’IA, un dato che fa riflettere, se si considera che questi strumenti innovativi possono rivelarsi utili alle aziende in infiniti modi.

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