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Difesa del sistema sanitario nazionale, all’Aquila organizzata un’assemblea pubblica

Angela Guarnieri di Angela Guarnieri
1 Febbraio 2024
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L’Aquila. “Salviamo la sanità pubblica”: questo il titolo dell’assemblea pubblica che si terrà all’Aquila venerdì 23 febbraio alle ore 18, al Palazzetto dei Nobili (Piazza Santa Margherita). Ad organizzare l’evento, il Comitato Popolare per la Difesa del Sistema Sanitario Nazionale, nato recentemente all’Aquila. All’assemblea interverranno, tra gli altri, esponenti del mondo sanitario, politico, sindacale e delle associazioni. L’ingresso è libero.

“Salvare la sanità pubblica a partire da quella aquilana – afferma Tina Massimini, insieme ad Alfonso De Amicis e Liduina Cordisco tra i promotori del Comitato e tra gli organizzatori dell’assemblea – dovrebbe essere l’imperativo di tutte le cittadine e dei cittadini. Intendiamo chiedere a loro di unirci per portare le nostre istanze e le nostre proposte, come quella di eliminare lo stesso concetto di azienda sanitaria per tornare alle Usl, ad un livello superiore, in modo da incidere concretamente non soltanto sul salvataggio del nostro sistema sanitario, ma anche per rilanciarlo e toglierlo una volta per tutte dalla logica della privatizzazione, stando ovviamente al fianco degli operatori della sanità pubblica e dei precari di cooperativa sempre più oberati da turni massacranti, penalizzati da carenze di organico e dai continui tagli sulla spesa sanitaria”.

“Al sistema sanitario, non al servizio sanitario come qualcuno si ostina a scrivere – le parole di Alfonso De Amicis – servono 15 miliardi per adeguarsi ai famosi parametri europei. Chissà perché in questo caso non siamo altrettanto ossequiosi nei confronti della ‘matrigna’ Ue? Intanto la spesa privata per questo diritto sfonda il muro di 40 miliardi. I numeri del rapporto del Centro per la Ricerca economica applicata sulla sanità suggerisce che ‘in Italia dovrebbero essere assunti quasi un milione, tra medici,  infermieri, assistenti, eccetera, per colmare il gap con la media dei Paesi dell’Unione Europea’. Tutto questo considerando che siamo una delle popolazioni più anziane del mondo e che entro il 2932 il nostro Paese avrà circa 10 milioni di pazienti over 65 con patologie croniche. Saremo, dunque, esseri sociali da curare, oppure ennesima opportunità per gli imprenditori privati per fare affari? Allora i 15 miliardi di investimento servirebbero come il pane, tenendo conto non solo del cronico invecchiamento della popolazione, ma siamo in presenza di un forte disagio economico e di una grande disuguaglianza geografica e di classe che mostra il suo vero volto anche nella nostra provincia”.

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