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Diamoci un Taglio #3 – La Lombata

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
24 Novembre 2020
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immagine presa dal sito ristorazioneitalianamagazine dove trovare numerosi approfondimenti

Dopo la prima puntata (leggi qui) proseguiamo con i tagli pregiati, quelli di cosidetta prima scelta, passando alla lombata, uno dei tagli più consumati nelle sue varie versioni e ricette. Partendo dal manzo, da essa si ottengono la costata e l’entrecôte, assai simili per posizione e dimensione, ma con la differenza determinante che la prima è con osso e la seconda senza. Poi la bistecca alla fiorentina o la famosa la T-bone, leggermente diverse per spessore e punto anatomico, che comprendono anche una parte di filetto in percentuali differenti. Infine il controfiletto, o roastbeef, ottenuto dalla parte posteriore della lombata disossata.

Dal vitello e dall’agnello si ottiene il carrè intero, dotato di costine o costolette. Dal maiale, invece, la lombata attaccata a mezza vertebra viene porzionata in braciole con l’osso, talvolta provviste di “manico”, la cosidetta costina.

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Indipendentemente dalla specie, la lombata si trova, come suggerisce il nome, nella regione lombare (dorsale) dell’animale, dove solitamente i muscoli (i lombari, per l’appunto) non sono sottoposti a sforzi eccessivi. Per questo, i tagli che se ne ricavano sono i più teneri in assoluto e costituiscono una minima parte dell’animale.

immagine presa dal sito granconsigliodellaforchetta.it/

Come detto, la lombata può essere venduta con o senza l’osso. Oltre a dare una certa spettacolarità, l’osso ha anche una funzione pratica: funge, infatti, da trasmettitore di calore all’interno del pezzo, durante la cottura. Se vi propogono una costata, il taglio comprenderà l’osso e sarà ricavato dalla parte anteriore della lombata. Se vi offrono una fiorentina o una T-bone, il taglio sarà nella parte posteriore, più grande e comprensivo di una parte di filetto.

Disossata, la lombata può dare origine a bistecche o entrecôtes (parola francese traducibile in fracoste), indicate per cotture alla griglia o in padella. Se ci riferiamo alla parte posteriore del lungo muscolo dorsale, abbiamo invece il controfiletto (detto anche roastbeef), così chiamato perché il filetto “scorre” sotto la colonna vertebrale e questa parte li “avvolge” entrambi. Dal controfiletto si possono ricavare anche lombatine da cuocere ai ferri o in padella (con o senza l’osso).

Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta! Trattandosi di tagli teneri, sono suggerite cotture brevi e poco elaborate, che non asciugano la carne. Anche quando vengono arrostite, queste carni non vanno mai cotte a lungo: anzi, si possono mangiare crude o quasi. Se si accompagnano a salse, anche queste debbono essere delicate e non troppo coprenti, magari ottenute deglassando il fondo di cottura della carne stessa.

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