L’Aquila. “Lasciar chiudere la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per la città di L’Aquila e dei comuni del cratere, legittimando il definitivo abbandono della sede dell’istituto MIBAC presente nel capoluogo di regione da quasi un secolo, sarebbe una ingloriosa conclusione nell’anno del decennale, evento dedicato alla rinascita della città”.
Lo afferma il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio condividendo la protesta degli architetti che ieri, in una nota, hanno rivendicato la sede regionale e annunciato lo stato di mobilitazione. “Appare davvero incomprensibile che, con la ricostruzione del patrimonio monumentale vincolato ancora da completare, vengano trasferite anche le funzioni che, fino ad oggi, erano state lasciate a L’Aquila dopo che la Soprintendenza regionale era stata spostata a Chieti nel 2016. Oggi più che mai è urgente e indispensabile invece una proroga tecnica, mirata a mettere su carta la soluzione definitiva, per gestire le fasi conclusive della ricostruzione post sisma 2009, ulteriormente aggravate dal sopraggiunto sisma 2016”. E propone: “Vorrei indicare al sottosegretario ai beni culturali Gianluca Vacca, titolare della delega alla ricostruzione del patrimonio culturale e paesaggistico colpito dagli eventi sismici, una soluzione provvisoria che ci fornisca il tempo necessario a formalizzare una Soprintendenza stabile collocata nel capoluogo di regione, eventualmente con competenza ripartita con la Soprintendenza di Chieti, affidando alla prima l’area dell’Abruzzo interno (province di L’Aquila e Teramo) e all’altra l’area dell’Abruzzo costiero (province di Pescara e Chieti). Si tratta di un progetto che richiede un impegno immediato” precisa “sia per i tempi lunghi e le procedure complesse per la sua attuazione sia per i tanti adempimenti organizzativi connessi, che vanno affrontati tempestivamente. La decadenza dell’ufficio a dicembre 2019” conclude Di Pangrazio “non solo priverebbe il capoluogo di un ufficio strategico che ha operato bene nelle fasi cruciali della ricostruzione e della tutela del patrimonio, giunte ad un notevole stato di avanzamento ma tutt’altro che esaurite. Ma renderebbe, di fatto, L’Aquila unico capoluogo di regione in Italia privo della sede di una Soprintendenza”.