Pescara. “Ho chiesto e ottenuto di essere audito nella seduta di oggi del Comitato regionale della Valutazione di impatto ambientale sul lotto 2 della velocizzazione della linea ferroviaria Roma-Pescara per capire come ci si possa esprimere su un progetto di fatto cambiato e su un lotto di cui non c’è ancora la progettazione esecutiva, nonostante siano già partiti gli espropri. Mancanze che ho rilevato nell’intervento, in cui ho anche sottolineato che la tratta è oggetto di vari stralci, concertati da RFI direttamente con i Comuni, soprattutto in merito alla viabilità, non rilevati né nelle procedure di esproprio, né nell’iter operativo del progetto originario. Ci sono tanti problemi da affrontare e continueremo a chiedere un incontro ufficiale con RFI che ritiene ancora di non dovere dare conto ai consiglieri regionali sullo stato dell’arte e a Marsilio di farsi garante del territorio, che tiene a un’opera che dovrebbe aiutare e non distruggere case, aziende e la vita dei cittadini che da decenni sono la forza dell’alta val Pescara.”, così il consigliere Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale.
“Ho fatto il punto sulle tante vulnerabilità, tecniche e ambientali, tali che ci si chiede su quale concreto progetto si esprimerà il parere odierno, considerato che l’opera progettualmente non ha ancora trovato l’ultima definizione, né prevede un monitoraggio ambientale fondamentale che sarà rilevato dal Comitato – riferisce Di Marco alla fine dell’audizione – Dopo il lotto 1 (Brecciarola-Manoppello), in cui il raddoppio della linea è previsto sulla sede storica e attraversa le zone più densamente abitate dell’intero progetto, il lotto 2 nell’unico tratto in cui il tracciato esistente non attraversa zone antropizzate, abbandona la sede storica per andare in variante. Variante che però prevede un incrocio a farfalla con la Tiburtina, un viadotto di 2 km
circa in cui lo scavalco dell’autostrada A25 avviene con un ponte lungo 120mt e alto 43, per poi proseguire sempre in viadotto fino al raccordo con la linea storica nella zona industriale del Comune di Alanno. Si tratta di un tratto che attraversa un’area altamente sensibile, confinante con la sic Natura 2000, a valle della diga della Centrale Triano, dove il fiume Pescara si presenta nella sua massima ampiezza, forse il punto più largo di tutta la vallata, a questo va aggiunta la presenza di un lago, separato dal fiume da una stretta lingua di terra solcata da vari collegamenti che, garantiscono un continuo scambio d’acqua e di vita tra fiume e lago. Il viadotto attraversa tutta quest’area con pile invasive, per cui è previsto il riempimento all’interno del lago e la realizzazione comporta la sicura compromissione del patrimonio naturalistico, oltre al fatto che il cantiere di un’opera di tali dimensioni finisce con il compromettere buona parte della vallata del Pescara. Oltre a questo, il passaggio in variante prevede la demolizione di 3 aziende (Golden Gas, Orsini &Blasioli e Cos.Mec) e nella zona dell’incrocio con la Tiburtina, una non chiara definizione di quali saranno le ripercussioni, sia sulla viabilità che sulla qualità della vita nelle aree interessate dal cantiere e anche sulla mobilità pendolare che quotidianamente passa per la zona. Questi gli scenari, bisogna fermarsi, perché resta il fatto che si arriva al Comitato della VIA senza il progetto esecutivo e facendo espropri su terreni in cui l’opera non passa”.