Sulmona. «Altro che annullamento: il Consorzio di Bonifica ha – o meglio, avrebbe – semplicemente sospeso i pagamenti con un comunicato stampa privo di firma e persino di carta intestata. Una comunicazione senza alcun valore giuridico. In altre parole, carta straccia.»
Con queste parole Salvatore Di Cesare, esponente del Partito Democratico e candidato alle prossime elezioni comunali di Sulmona, interviene con decisione sulla vicenda degli avvisi di pagamento inviati dal Consorzio di Bonifica. Una questione che, nelle ultime settimane, ha generato confusione, indignazione e non pochi timori tra i cittadini.
«Non abbiamo l’anello al naso né la sveglia al collo. Quel documento diffuso non produce alcun effetto legale: di conseguenza, chi non paga quanto richiesto dal Consorzio entro i termini rischia recuperi coattivi e sanzioni. Altro che soluzione: qui si prende tempo per non affrontare i nodi veri del problema.»
Ma la denuncia del candidato PD va ben oltre il tecnicismo legale. Di Cesare attacca duramente anche l’atteggiamento del centrodestra sul territorio:
«La responsabilità politica è enorme. Il centrodestra – i cui rappresentanti siedono ai vertici del Consorzio da decenni – ha taciuto mentre gli avvisi venivano spediti. Due le ipotesi: o erano perfettamente informati e hanno lasciato correre, oppure non sapevano nulla. E sarebbe persino peggio. Vorrebbe dire che chi hanno nominato li tiene all’oscuro delle scelte. In entrambi i casi, è un tradimento della fiducia dei cittadini.»
Sotto accusa anche il silenzio del candidato sindaco del centrodestra, Luca Tirabassi:
«Non ha detto una parola. Eppure siamo davanti a richieste palesemente illegittime sul piano giuridico e profondamente ingiuste su quello sostanziale. Questo silenzio è complice.»
Un Consorzio sull’orlo del collasso: i numeri parlano chiaro
Di Cesare ricorda che già nel 2020, quando il Consorzio di Bonifica fu commissariato, emersero gravi criticità nella gestione finanziaria:
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Al 31 dicembre 2019, il conto corrente risultava negativo per oltre 1.100.000 euro, a fronte di uno scoperto autorizzato di appena 900.000 euro.
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Gli stipendi non potevano più essere pagati, così come i fornitori e gli obblighi fiscali.
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I bilanci ufficiali, pur formalmente in pareggio, nascondevano debiti non contabilizzati, fornendo un’immagine distorta della realtà.
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Secondo il commissario straordinario Sergio Iovenitti, il Consorzio era stato trasformato in un vero e proprio “postificio”: 1,1 milioni di euro di spesa, di cui 450.000 euro per personale stagionale, 80.000 euro all’anno per incarichi legali, affidamenti diretti senza gara.
«Come può oggi questa struttura, che ancora non ha chiarito né sanato la propria disastrosa gestione finanziaria, pretendere il pagamento di avvisi così discutibili? – incalza Di Cesare – È chiaro che si tratta di una manovra elettoralistica, fatta sulla pelle dei cittadini.»
Una chiamata alla trasparenza e alla legalità
Secondo Di Cesare, la questione è ormai diventata simbolica:
«Non si può costruire una città migliore partendo da istituzioni opache, clientelari e incapaci di gestire i propri conti. È tempo di trasparenza, legalità e responsabilità. Il Consorzio di Bonifica deve essere riformato alla radice. Basta giochi di potere: servono competenza e rispetto per i cittadini.»
Il candidato del PD chiude con un appello agli elettori:
«Non facciamoci abbindolare da sospensioni fittizie. I cittadini devono sapere che sono ancora a rischio. La politica deve intervenire, non tacere. E Sulmona ha diritto alla verità.»