Sulmona. Ha estratto dagli slip l’elastico, lo ha legato alle sbarre della finestra, lo ha girato intorno al collo e poi si è seduto sullo sgabello. In questo modo un detenuto 33 enne, G.M., voleva togliersi la vita impiccandosi nel carcere di Sulmona. L’uomo che aveva lasciato un biglietto con poche parole è stato salvato in extremis da un agente penitenziario che stava effettuando un giro di controllo nel braccio del carcere dove si trovava il giovane, gravemente malato e ora piantonato in regime di sorveglianza a vista. Da indiscrezioni sembra che il detenuto trentatreenne, con una malattia incurabile, avrebbe tentato il suicidio perché non sarebbe stata accolta la sua richiesta di sospensione della pena o di detenzione domiciliare. Curare la malattia del giovane, costretto a letto e ad una degenza definitiva dietro le sbarre, costerebbe allo Stato circa 800 euro al giorno tra cateteri da cambiare e cure sanitare da garantire per lenire le sue sofferenze
Il penitenziario al quale già in passato è stato assegnato l’appellativo di “carcere dei suicidi”, ha evitato grazie all’intervento dell’agente un’altra triste vicenda. La struttura oggi è in sofferenza e in gravissima difficoltà per il sovraffollamento della popolazione carceraria e per la carenza di organico della Polizia Penitenziaria. Questo è il primo tentativo di suicidio del 2014, ma negli anni precedenti sono stati circa 13 i suicidi che si sono verificati all’interno della struttura. Soltanto nello scorso anno sono stati quattro i tentativi di suicidio e dodici gli atti di autolesionismo gravi.