Teramo. Nella notte tra lunedì e martedì 28 febbraio una detenuta di etnia ROM ha tentato di impiccarsi alle sbarre della finestra della propria camera di pernottamento (cella) per motivi personali ancora tutti da accertare da parte del presidio psichiatrico di istituto che ha in carico la detenuta.
Prontamente intervenivano le agenti di Polizia Penitenziaria che subito allarmate dallo spostamento dello sgabello dal quale la detenuta si era lasciata cadere appesa per il collo con un lenzuolo, riuscivano con tempestività e determinazione a salvare la detenuta.
È solo grazie all’elevato livello di vigilanza e professionalità delle predette agenti che una vita è stata salvata.
Ma l’episodio fa ancora una volta riemergere il problema delle condizioni lavorative in cui il personale di Polizia è costretto ad operare all’interno dell’istituto teramano.
Condizioni proibitive e massacranti, personale al collasso per la grave carenza organica e innumerevoli defezioni legate inevitabilmente ad orari ed ambiente lavorativo divenuti insostenibili.
Il rischio attuale è che interventi di salvataggio come quello operato stanotte non siano sempre possibili perché rimessi troppo spesso all’abilità individuale e spesso anche fortunosa degli agenti piuttosto che garantiti da un’organizzazione del Corpo di POLIZIA PENITENZIARIA efficace ed efficiente.
I numeri parlano chiaro e sono assolutamente impietosi: mancano oltre 50 agenti di Polizia ed il tasso di sovraffollamento continua a crescere giorno dopo giorno: a fronte di una capienza massima di 255 detenuti ne sono ristretti attualmente 427 di cui una larga parte con gravi problemi psichiatrici, con aumento esponenziale di casi che richiedono continui interventi della Polizia Penitenziaria.
Questa discrepanza tra sottorganico di Polizia e sovrannumero di detenuti mina la salute psicofisica degli agenti i quali dovendo lavorare alle presenti condizioni, per nulla tutelati dall’ordinamento penitenziario, incorrono nel costante pericolo di ritrovarsi sotto inchiesta anche per una presunta omissione di soccorso come d’altronde sarebbe potuto accadere laddove stanotte le uniche 2 agenti intente a sorvegliare un intero reparto detentivo non si fossero accorte di quel minimo rumore.
La segreteria provinciale del Si.N.A.P.Pe: “ci complimentiamo con le poliziotte intervenute riuscendo a salvare una vita umana e ci auguriamo che vengano premiate con un riconoscimento ufficiale”.