Teramo. Finita a processo con l’accusa di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, con la Procura che le contestava di avere fornito ad un giornalista e ad un blogger “dettagliate notizie o addirittura copia della querela da lei presentata” contro il comandante dei vigili urbani di Teramo per presunte molestie sessuali (accusa, quella nei confronti dell’uomo, archiviata dal gip), una vigilessa, A.C., è stata assolta dal giudice Antonio Converti con la formula “perché il fatto non sussiste”. La vigilessa, assistita dall’avvocato Serena Gasperini, aveva sempre sostenuto di non essere stata lei a fornire le notizie a blogger e giornalista. “Sebbene la denuncia non fosse coperta da segreto istruttorio sottolinea il legale della donna nel corso del processo abbiamo approfondito la vicenda e dimostrato come non fosse stata la mia assistita a fornire informazioni sulla vicenda o copia della querela”.
La vigilessa,in relazione a questo procedimento, ne aveva subito anche uno disciplinare che, sottolinea il legale “adesso dovrà essere immediatamente archiviato”. In relazione alla pubblicazione della notizia relativa alla querela presentata dalla vigilessa contro il comandante dei vigili erano finiti a processo con l’accusa di violazione di segreto istruttorio sia il giornalista Fabio Capolla, che aveva pubblicato la notizia sul quotidiano Il Tempo, sia il blogger Giancarlo Falconi che ne aveva dato notizia in un articolo su I due punti. Giornalista e blogger qualche mese fa sono stati assolti con la formula “perché il fatto non sussiste” dalla prima sezione penale della Corte di Cassazione