Roma. Riaperto il dibattimento nell’ambito del processo di appello per l’omicidio di Serena Mollicone, la giovane studentessa uccisa ad Arce nel giugno 2001. Imputati, tutti assolti in primo grado, il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Arce, il figlio Marco e la moglie Annamaria, accusati di concorso in omicidio insieme al carabiniere Vincenzo Quatrale. Un altro carabiniere, Francesco Suprano, è accusato di favoreggiamento.
Oggi, 16 aprile, è stato chiamato a testimoniare il carabiniere Massimo Polletta, fino al 2023 in servizio al nucleo investigativo del comando provinciale di Frosinone.
L’ordine di servizio
Vi sarebbero “anomalie nell’ordine di servizio del 1° giugno 2001” redatto dal maresciallo Vincenzo Quatrale e dal brigadiere Santino Tuzi (morto suicida nel 2008), ha dichiarato Polletta. Il documento, la cui autenticità è stata accertata anche mediante analisi grafica, prevedeva lo svolgimento di un servizio di perlustrazione e di un’attività esterna dei militari. Tuzi e Quatrale sarebbero usciti verso le 7,30 e rientrati in caserma dalle 8,30 alle 11, il comandante della stazione Franco Mottola era fuori per i preparativi della festa dell’Arma.
Polletta ha spiegato che dall’ordine di servizio risulta che tra le 12,20 e le 12,45 i carabinieri avrebbero effettuato un “controllo a tre persone ma i nomi non risultano inseriti in banca dati Sdi.”
“Non ho detto che sono dati di fantasia”, ha precisato il carabiniere in risposta alle contestazioni della difesa, “semplicemente che alle 12,30 risulta che Tuzi e Quatrale abbiano effettuato un posto di controllo e allo stesso orario risultano in tre posti diversi.”
Una notifica
Ulteriore incongruenza evidenziata: l’invito in caserma indirizzato a Claudio Lancia, a sua volta ascoltato oggi in aula, che gli sarebbe stato notificato a casa. “Qui è presente un’anomalia”, ha ribadito Polletta, “sull’ordine di servizio si dice che si è proceduto a notifica ma come è possibile se Lancia non era presente a casa?”
Il foglio di marcia
Nel corso della sua deposizione, Polletta ha anche menzionato un foglio di marcia da cui risulta che, quella mattina, tra le 7,30 e le 14,30, Tuzi e Quatrale avrebbero percorso circa 100 km. A parere dell’accusa, una distanza eccessiva se rapportata agli spostamenti annotati sull’ordine di servizio.
Da verifiche effettuate su 761 ordini di servizio compilati nel corso del 2001 da Tuzi e Quatrale, si è riscontrato che di solito “dettagliano le attività in maniera precisa e perentoria”, sono sempre le parole di Polletta. “Se facevano rientro in caserma lo andavano a giustificare, la stessa cosa capitava se non potevano svolgere il servizio nel posto indicato dal comandante.”
Nel giudizio di primo grado, in accordo con le argomentazioni della difesa, dette incongruenze sono state ritenute meri errori materiali, interpretazione che ha contribuito all’assoluzione degli imputati. “Si tratta di ardite congetture senza logica che verranno confutate dall’esame di Quatrale”, è il commento, riportato dal Corriere della Sera, del criminologo Carmelo Lavorino, coordinatore del pool difensivo.
Testimoni
I giudici della Corte d’assise d’appello hanno disposto l’audizione di tre testimoni mai ascoltati in dibattimento: Bernardo Belli, Mariapia e Antonio Fraioli. Saranno ascoltati anche Laura Ricci e Salvatore Fraioli. Le loro testimonianze verteranno sull’avvistamento di Serena Mollicone in prossimità del bar Chioppetelle di Arce la mattina del 1° giugno 2001, giorno della scomparsa della giovane. Sembra fossero tutti in loco il 2 giugno, quando proprio Franco Mottola raccolse la segnalazione della barista Simonetta Bianchi e del carrozziere Carmine Belli circa la presenza di Serena a bordo di una Autobianchi Y10 bianca ferma davanti al bar. La 18enne, a quanto riferito, era in lacrime e litigava con un ragazzo. Dai testimoni identificato in Marco Mottola, figlio dello stesso maresciallo. Segnalazione, precisa il Corriere, formalizzata dal carabiniere solo dopo venticinque giorni, collocando l’avvistamento nel pomeriggio del 1° giugno a bordo di una Lancia Y rossa.