Venezia. L’accusa formulata nei confronti di Filippo Turetta è di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il giovane deve stare in carcere attesa la sua pericolosità sociale “evincibile dall’inaudita gravità e manifesta disumanità” che ha palesato verso la “giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale”. È quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Venezia Benedetta Vitolo per il giovane studente universitario fermato domenica scorsa in Germania dopo una fuga di quasi mille chilometri seguita all’omicidio dell’fidanzata Giulia Cecchettin.
A 150 metri da casa
Secondo la ricostruzione del delitto prospettata in sede investigativa, Giulia Cecchettin sarebbe stata accoltellata a 150 metri da casa, poi finita nella zona industriale di Fossò. Qui, la telecamera di sorveglianza ha ripreso i suoi ultimi istanti di vita.
“Totale incapacità di autocontrollo”
Nell’ordinanza del Gip si legge che “Turetta con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo.” Il giovane è stato ritenuto “imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato.”
Nastro adesivo, una macchia di sangue e un coltello spezzato
In sede di sopralluogo nella zona industriale di Fossò, i Carabinieri hanno recuperato del nastro adesivo, accanto a una vistosa traccia di sangue. Nastro adesivo, si legge ancora nel provvedimento del Gip, che sarebbe stato “applicato” da Turetta “probabilmente per impedire [alla ragazza] di gridare”: un testimone l’avrebbe infatti sentita urlare più volte, prima che l’auto si dirigesse verso la zona industriale. Secondo gli inquirenti, “Giulia è stata privata della libertà di movimento.” Sulla scena è stato altresì recuperato un coltello spezzato, ovviamente all’attenzione degli investigatori.
L’auto
Accertamenti verranno effettuati anche sull’auto che ha accompagnato Filippo Turetta nella fuga, una Fiat Grande Punto. Si trova in Germania, presa in consegna dalle autorità dopo l’arresto effettuato sull’autostrada, a poca distanza da Bad Durremberg, nei pressi di Lipsia. La vettura era ferma nella corsia di emergenza, Filippo era rimasto senza benzina e senza soldi. L’ultimo rifornimento di carburante sarebbe avvenuto in un self-service di Cortina, dove il benzinaio avrebbe in seguito trovato delle banconote sporche di sangue, forse quello di Giulia.
L’esame autoptico
L’autopsia sui resti mortali della giovane studentessa sarà effettuata presso l’Istituto di Medicina legale di Padova. Allo scopo, si attende l’incarico della Procura e delle parti ai consulenti.
In attesa dell’estradizione
Come già riferito, nel corso delle indagini, si è proceduto a una riformulazione del capo d’accusa nei confronti dell’ex fidanzato di Giulia, da tentato omicidio a omicidio volontario. È quanto riferito dal Procuratore capo della Procura di Venezia, Bruno Cherchi. Filippo Turetta si trova attualmente nel carcere di Halle, nella Sassonia Anhalt, in attesa dell’estradizione. Se i tempi della procedura tedesca si dovessero prolungare, è possibile che i Pm italiani decidano di recarsi in Germania a interrogare il giovane.