Verona. La Fiat Grande Punto nera con cui Filippo Turetta è fuggito in Germania dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin sarà in Italia a breve. E verrà sottoposta all’analisi del Ris di Parma. È quanto si legge su Open.
Si tratterà di una fase particolarmente delicata e importante dell’indagine. Si prenderanno, tra l’altro, in esame le tracce di sangue presenti sull’auto, la loro dimensione, il loro posizionamento. Potrebbero rivelarsi utili per ricostruire con esattezza in termini forensi le modalità dell’aggressione omicida. Per valutare quando sono state sferrate le coltellate che hanno attinto la 22enne, se è stata colpita mentre s trovava sul sedile posteriore.
La metodologia di analisi forense attraverso cui si esamina la morfologia delle macchie di sangue per giungere a ipotizzare la possibile dinamica del delitto si chiama Bloodstain Pattern Analysis (BPA).
I primi cenni conosciuti a tale approccio investigativo si trovano nel verbale di un processo celebrato a Londra nel 1514. Nel 1895, Eduard Piotrowski, dell’Istituto di Medicina Legale di Cracovia, pubblica un testo che viene considerato il fondamento della BPA. Nel 1955, il criminologo e criminalista americano Paul L. Kirk (1902-1970), docente presso l’Università di Berkeley, realizza una nota perizia nell’ambito del processo “Lo Stato dell’Ohio contro Sam Sheppard”, applicando le metodiche della BPA e scagionando attraverso di essa l’imputato, accusato dell’omicidio della moglie.
Il Corriere della Sera riporta che il giorno in cui è previsto il rientro dell’auto di Turetta, si terrà anche un vertice tra polizia tedesca e austriaca.