Venezia. Filippo Turetta, il 21enne arrestato per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin è giunto in Italia nella mattina di oggi, 25 novembre. Il trasferimento è avvenuto con un volo militare partito da Roma, che ha fatto scalo a Francoforte, città tedesca vicina al carcere di Halle (dove ha soggiornato per una settimana), per poi giungere a Venezia verso le 11.
Nel corso del volo Turetta “non ha detto una sola parola. Sguardo basso, silenzioso, rassegnato, quasi disinteressato: non ha né pianto, né si è mostrato nervoso.” Lo racconta chi ha fatto il viaggio con lui. Dall’aeroporto di Venezia è stato quindi trasferito nel carcere Montorio di Verona.
Qui, prima tappa in infermeria, per verificare le condizioni generali di salute. Poi le prescritte procedure dell’ufficio matricole. Infine, l’ingresso in una cella del reparto protetti, una precauzione per scongiurare il pericolo di ritorsioni o disordini all’interno del carcere, atteso il risalto mediatico riservato al caso.
In isolamento o in infermeria?
Contrariamente a quanto inizialmente condiviso dagli organi di stampa, Turetta non dovrebbe essere messo in isolamento. Dovrebbe trascorrere i primi giorni nel reparto infermeria. E poi condividere con un altro recluso il suo primo periodo in carcere. È quanto si legge su Agi.
Incontrerà per primi i suoi difensori, gli avvocati, Emanuele Compagno e Giovanni Caruso. Per vederlo, i genitori, Nicola ed Elisabetta, dovranno munirsi di un’autorizzazione di accesso alla casa circondariale. Il che probabilmente avverrà dopo che il Gip di Venezia Benedetta Vitolo avrà sottoposto il giovane al prescritto interrogatorio di garanzia, che sembra previsto per martedì.
L’interrogatorio di garanzia
A quanto riporta AdnKronos, in sede di interrogatorio il Pm Andrea Petroni potrebbe chiedere di aggiungere ai reati già contestati di omicidio e sequestro di persona, anche l’occultamento di cadavere. Secondo la ricostruzione dell’iter criminis proposto dagli inquirenti, il giovane avrebbe infatti caricato in auto il corpo di Giulia Cecchettin e percorso oltre 100 chilometri prima di abbandonarlo in un dirupo vicino al lago di Barcis.
I difensori potrebbero chiedere una misura alternativa al carcere o, fin d’ora, la già prospettata perizia psichiatrica. Dinanzi al giudice, Turetta potrebbe ripetere la confessione già resa, in sede di arresto, alla polizia tedesca. O scegliere di avvalersi della facoltà di non rispondere.
“È molto provato”
Lasciando il carcere, l’avvocato Giovanni Caruso ha riferito che il giovane è “molto provato” e “disorientato”. “Le condizioni di salute del mio assistito sono accettabili”, ha aggiunto, “siamo riusciti ad avere un’interlocuzione accettabile. Abbiamo fatto una conoscenza prima sul piano umano che su quello tecnico”. Il difensore ha anche precisato di non essere ancora entrato “nel merito delle accuse” con il suo assistito.
Motivi abietti?
Secondo il legale di fiducia di Elena Cecchettin, Nicodemo Gentile, a Filippo Turetta dovrebbe essere contestata anche l’aggravante dei “motivi abietti”. “Pippo, così lo chiamava Giulia, come Vincenzo Paduano (assassino ed ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio, uccisa a Roma nel maggio 2016) è un uomo senza empatia”, scrive, in una nota, l’avvocato Gentile, “che ha lucidamente eliminato la sua ex per punirla da quello che lui ha considerato un atto di insubordinazione subito, poiché, ormai, la nostra Giulia non rispondeva più alle sue aspettative. Lavoreremo, affinché la Procura prima e i giudici poi, riconoscano a carico del Turetta l’aggravante del ‘motivo abietto’. Turpe è la causale dell’omicidio e spregevole è tutta la condotta complessiva.”
Per l’avvocato l’imminente laurea di Giulia avrebbe costituito “il punto di rottura, di non ritorno. Questo traguardo della ragazza avrebbe reso Filippo sempre più piccolo e comportato il definitivo distacco della giovane, pronta a svoltare pagina anche nel mondo delle sue relazioni. Le donne devono smettere di fare ‘le curatrici’ di uomini affetti da analfabetismo emotivo, devono pensare a loro e alle prime avvisaglie di comportamenti abnormi e morbosi da parte del partner, uscire in modo definitivo da dinamiche di controllo militare, comportamenti intrusivi e molesti anche quando non si usano le mani.” Ancora: “il sacrificio della nostra Giulia non può essere sprecato ma deve servire a creare nuove consapevolezze tra i giovani, nelle famiglie, nelle scuole e magari salvare altre donne dagli attacchi e dai ricatti dei manipolatori.”
“Grazie alla collaborazione con la Germania”
“Lo avevo detto domenica scorsa in Sicilia che era una questione di pochissimi giorni, così è stato grazie alla collaborazione con le autorità tedesche e oggi Filippo sarà in Italia per essere giudicato dalla magistratura del nostro Paese”. Così Antonio Tajani, ministro degli Esteri e presidente di Forza Italia, con riferimento all’estradizione di Filippo Turetta.