Naumburg. Sabato 18 novembre, sera. Sfinito dopo la fuga successiva all’omicidio di Giulia Cecchettin, viene fermato dalla polizia tedesca. Filippo Turetta è sulla corsia d’emergenza di un’autostrada. Ha finito la benzina. I vestiti sporchi di sangue. Ferite alle mani e alle caviglie.
Le sue prime parole agli agenti: “Ho ammazzato la mia fidanzata.”
Lo riportano il Corriere della Sera e Virgilio Notizie. Confessione inserita nel verbale di fermo redatto dagli agenti e consegnato all’autorità giudiziaria. In seguito, davanti al giudice, il giovane dirà solo di non opporsi all’estradizione e chiederà di essere riportato in Italia.
“Ho vagato questi sette giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita.” Ancora le dichiarazioni di Turetta raccolte dalla polizia tedesca, riferite da Today.
Ora Turetta è detenuto nel carcere di Halle, in Germania. Il tribunale tedesco ha disposto la sua estradizione. La decisione sarà trasmessa al ministero della Giustizia, che chiederà al ministero dell’Interno di disporre il trasferimento in Italia. Che forse avverrà venerdì 24 novembre, a quanto si legge sul Sole 24 Ore.
La difesa di Filippo Turetta non esclude di richiedere una perizia psichiatrica sul giovane. Lo spiega il suo avvocato, Emanuele Compagno. “Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo. È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo. È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, decritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un ragazzo d’oro che aiutava gli altri.”
Delitto Giulia Cecchettin, ok del Tribunale tedesco all’estradizione di Filippo Turetta