Pavia. Un capello lungo tre centimetri. È stato rinvenuto, nel corso dell’incidente probatorio del 19 giugno scorso, nella spazzatura sequestrata sulla scena del crimine all’epoca delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.
Il ritrovamento è avvenuto poco prima che un blackout oscurasse gli uffici della Questura di Milano in cui si stavano svolgendo le operazioni dell’incidente probatorio. Il capello si trovava all’interno del sacco azzurro della pattumiera di casa Poggi, insieme alle confezioni di yogurt Fruttolo, al recipiente di Estathé e alle altre tracce della colazione consumata la mattina dell’omicidio.
Inizialmente, si è ritenuto che il reperto fosse un pelo del gatto della famiglia, in seguito gli esperti lo hanno identificato appunto come un capello umano. Nei prossimi giorni verrà esaminato da Denise Albani e Domenico Marchigiani, i consulenti tecnici nominati dal Gip Daniela Garlaschelli.
Si auspica di poterne estrarre il Dna nucleare, che potrebbe consentire una identificazione univoca. In subordine, si tenterà l’estrazione del Dna mitocondriale, utile per individuare legami di parentela.
Riemergono, con l’incidente probatorio, altri reperti e tracce che all’epoca del delitto non sono stati presi in considerazione dagli investigatori o il cui esame non è stato sufficientemente approfondito. È il caso di una chiavetta Usb che le foto del sopralluogo di allora mostrano sopra il telecomando dell’allarme della villa in cui si è consumato il delitto: quando e perché è stata spostata? Si pensi inoltre alla presunta impronta digitale individuata sul telefono della cucina, sporco di sangue: il Ris di Parma aveva proceduto a rilevarla con il cianoacrilato, ma non è mai stata attribuita a qualcuno. E vi sono tracce archiviate nel 2007 come “di nessuna utilità”: impronte digitali e palmari rivenute su mobili e pareti.
Attendiamo ora di sapere se il nuovo reperto possa essere ricondotto alla dinamica del delitto e al soggetto che lo ha commesso, il che ovviamente non è scontato.