Padova. Giulia Cecchettin morta per dissanguamento dopo la rescissione dell’aorta, uccisa subito dopo la lite avuta con il suo aggressore. Dunque, già deceduta quando è stata abbandonata presso il lago di Barcis, in provincia di Pordenone, dove è stata rivenuta. Dalle prime indiscrezioni, sarebbe stata attinta da una ventina di coltellate.
È quanto scrive LaPresse circa i risultati dell’autopsia effettuata sul corpo della 22enne di Vigonovo, scomparsa l’11 novembre con l’ex fidanzato Filippo Turetta e rinvenuta senza vita una settimana più tardi. Lui, arrestato in Germania dopo una lunga fuga in auto, si trova attualmente nel carcere di Montorio a Verona.
L’esame autoptico, presso l’istituto universitario di Medicina legale di Padova, è stato eseguito dal professor Guido Viel, su incarico della Procura di Venezia. Vi hanno preso parte, per la famiglia Cecchettin, i consulenti Stefano D’Errico e Stefano Vanin; per l’ex fidanzato di Giulia, la dottoressa Monica Cucci. Gli specialisti hanno tentato di risalire all’ora del decesso nel modo più preciso possibile. All’entomologo forense Vanin il compito di datare la morte anche in base allo stato di sviluppo degli insetti presenti sul cadavere della vittima. Ulteriori accertamenti, più delicati e approfonditi, potrebbero essere effettuati nella giornata di domani.
Filippo Turetta interrogato dal Pm
Alle 11 di questa mattina è inoltre iniziato l’interrogatorio di Turetta da parte del Pm di Venezia, Andrea Petroni, in presenza dei difensori del giovane, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. Nelle dichiarazioni spontanee rilasciate al Gip nei giorni scorsi, il giovane ha dichiarato di sentirsi “affranto” e di voler “pagare” per quanto commesso. Ha accennato a un blackout mentale e spiegato che sta cercando di ricostruire “nella memoria” cosa è “scattato” in lui la sera del delitto. “Voglio parlare”, sembra abbia detto ai legali, nel corso dei colloqui svoltisi in carcere questi giorni.