Modena. Si è riaperto il processo a carico di Mohamed Gaaoloul, il trentenne di origine tunisina imputato dell’omicidio di Alice Neri, la giovane donna rivenuta carbonizzata nel bagagliaio della sua auto, nelle campagne di Fossa di Concordia, nel Modenese, il 18 novembre 2022. In aula si è nuovamente parlato delle due auto mai identificate la cui presenza è stata registrata nei pressi della scena del delitto.
Chiamati a testimoniare, i carabinieri all’epoca impegnati nelle indagini sul caso, hanno proceduto tra l’altro a ricostruire, attraverso i video delle telecamere di sorveglianza, il percorso effettuato dall’auto di Alice prima dell’omicidio.
La notte del delitto, la sua vettura era stata infatti immortalata presso lo Smart Cafè di Concordia – dove la donna aveva trascorso la serata con un collega di lavoro, incontrando poi anche Gaaoloul – e in seguito individuata vicino all’argine isolato di via Forella, dove si è fermata a lungo, prima di giungere presso la radura dove sarebbe stata rivenuta senza vita.
Per l’avvocato Roberto Ghini, difensore di Gaaloul, gli inquirenti avrebbero trascurato di effettuare accertamenti su altre vetture transitate nella medesima zona durante la notte tra il 17 e il 18 novembre, proprio nelle ore in cui è avvenuto il delitto.
Due auto misteriose?
La difesa del tunisino aveva già sollecitato approfondimenti in tal senso. Richieste destituite di fondamento, secondo l’accusa, che ritiene di aver dimostrato che le auto in questione sarebbero passate nella zona, per allontanarsi subito dalla parte opposta e che, dunque, non sussisterebbe margine per ipotizzare il coinvolgimento di altre persone nella vicenda.
“I video hanno dimostrato che è una zona impervia da raggiungere e che poteva essere utilizzata solo da parte di chi la conosceva”, ha commentato, nel corso della trasmissione Quarto Grado, l’avvocato Cosimo Zaccaria, legale della madre di Alice, parte civile.
“Cercando di dimostrare che la mia richiesta era infondata si è dimostrato in realtà che ci sono almeno due vetture che sono entrate in quella zona in orario compatibile con la morte di Alice Neri e di cui non si ha traccia”, ha invece considerato l’avvocato Ghini, secondo quanto riportato dal Resto del Carlino.
“Ci sono due auto che transitano su via Mazzalupi [la strada in cui è entrata la vettura della donna, verso le 5,15 del mattino, che conduce in via Dugale Secondo, dove la stessa è stata ritrovata carbonizzata] e che non escono. Ma l’idea che a istanze che ho depositato a gennaio 2023 mi rispondano oggi, in aula, lo reputo assurdo e credo sia un segno di fragilità del quadro indiziario. Una di quelle auto si diresse verso Mantova, la seconda, però, nessuno sa dove sia finita.”
Secondo l’avvocato Ghini, i conducenti delle due misteriose vetture “potrebbero essere testimoni” utili all’indagine o anche “persone che avevano un appuntamento con Alice Neri”, che in questi anni potrebbero non essersi fatte avanti per riferire quanto a loro conoscenza.
L’allontanamento dall’Italia di Gaaloul
Lo stesso Ghini sostiene inoltre che il suo assistito non si sarebbe allontanato dall’Italia dopo il delitto per sottrarsi ai rigori della legge, ma perché impegnato a cercare un lavoro. Il 30enne aveva raggiunto la Francia nei giorni successivi al 18 novembre ed era stato arrestato un mese dopo i fatti. “Si è recato in ben tre Paesi e sottratto a due catture della Polizia tedesca e svizzera”, è il commento dell’avvocato Zaccaria, che aggiunge; “L’ipotesi dei viaggi per lavoro non regge.”
Ricerche su Internet
Con riferimento alla deposizione dei Carabinieri, lo stesso avvocato Zaccaria si è detto soddisfatto. In particolare per quanto attiene appunto all’allontanamento di Gaaloul e all’analisi del telefono cellulare di questi. “Il teste ha mostrato il materiale del cellulare di Gaaloul, soprattutto delle ricerche frenetiche fatte dall’imputato su internet relative al delitto, di cui alcune anche prima che venisse trovata la vettura bruciata. Questo è un dato dal nostro punto di vista molto significativo.”
Prossima udienza, mercoledì 23 ottobre.