Modena. “Ho conosciuto la signora Alice davanti al bar, non l’avevo mai vista prima, le ho chiesto un passaggio. In macchina abbiamo chiacchierato come se ci conoscessimo da tanto.” “Mi ha chiesto di trascorrere del tempo con lei, non voleva tornare a casa. Siamo andati su un argine vicino alla fabbrica, ci siamo baciati e abbiamo avuto un rapporto sessuale. A un certo punto mi ha chiesto di scendere dall’auto e io me ne sono andato. Ho dormito vicino a un garage sotto la pioggia.”
Questo è quanto dichiarato dal trentunenne tunisino Mohamed Gaaloul – secondo Rai News e Fanpage – nel corso dell’ultima udienza del procedimento che lo vede imputato per l’omicidio di Alice Neri, la giovane uccisa a coltellate nelle campagne di Fossa di Concordia, nel Modenese, e poi collocata nel bagagliaio della sua auto, data alle fiamme. L’omicidio è avvenuto nelle prime ore del 18 novembre 2022, Gaaloul è stato arrestato giorni dopo in Francia.
Nel riportare la medesima dichiarazione resa in aula, il Resto del Carlino include un ulteriore elemento, potenzialmente significativo: “[Alice Neri] mi ha chiesto di trascorrere tempo con lei perché non voleva tornare a casa. […]. È arrivata un’auto dall’altra parte, sembrava ci arrivasse addosso e mi ha chiesto di scendere dall’auto. Dove sono stato? Ho dormito vicino ad un garage sotto la pioggia.”
Il quotidiano on line Sul Panaro, dà inoltre conto del fatto che, al sopraggiungere dell’altra auto, Alice Neri sarebbe apparsa a Gaaloul “agitata”.
All’udienza del 4 dicembre, l’uomo – assistito dall’avvocato Roberto Ghini – ha dunque rilasciato dichiarazioni spontanee, fornendo propria versione dei fatti e ribadendo la propria estraneità al delitto contestatogli. Ha in seguito risposto alle domande del suo difensore ed a quelle della presidente della Corte d’Assise, Ester Russo.
“Siete stati insieme fino alle 5 della mattina”, ha considerato Russo, secondo Fanpage, “ci ha raccontato di essere stato scaricato per strada e poi Alice Neri è stata trovata morta proprio nel posto che lei conosceva bene.”
“Anche io voglio sapere la verità”, è stata la replica dell’imputato. “Dopo due anni non ho ancora capito come sia morta.”
La giudice: “Ci sono tantissime prove indiziarie a suo carico, se vuole che la giuria le creda deve essere una verità pura. Non si nasconda dietro a un dito, se deve arrampicarsi sugli specchi, tanto vale che si inginocchi e chieda perdono alla madre, al marito, al fratello, ma soprattutto alla bambina che è a casa e ha perso la mamma all’età di 4 anni.”
Prossima udienza, il 18 dicembre: Gaaloul risponderà al pubblico ministero e alle parti civili.