L’Aquila. “Dopo l’inconsistente delibera sul riordino della Rete ospedaliera, parcheggiata nei corridoi della maggioranza per ben 16 giorni prima di essere approvata, spunta fuori dal cilindro della Giunta regionale anche quella che riguarda la riorganizzazione dei presidi di Guardiagrele, Gissi, Casoli, Pescina, e Tagliacozzo che ci ricorda lo spot di una famosa acqua minerale altissima e purissima”. E’ quanto afferma il Consigliere regionale Mauro Febbo che spiega quanto segue: “La delibera di giunta numero 823 approvata il 25 ottobre è utile all’assessore Paolucci per svolgere la sua campagna elettorale e mettere una pezza a colori alle tante criticità riscontrate dal Tavolo di monitoraggio che tornerà a riunirsi solo a fine novembre. Innanzitutto, notiamo come anche quest’atto non viene firmato né dal responsabile dell’ufficio né tantomeno dal dirigente del servizio né soprattutto dal direttore del compartimento Muraglia ma, stranamente, solo ed esclusivamente dal direttore regionale Vincenzo Rivera. Direttore che, ricordo, ricopre un ruolo apicale ‘impropriamente’ dopo una sentenza del Tribunale dell’Aquila che spiega come non sia in possesso dei titoli e delle esperienze richieste”.
“Pertanto siamo nuovamente di fronte a un atto di giunta senza alcun valore amministrativo – sostiene Febbo – tant’è che rimanda a decisioni future da adottare e addirittura interlocutorio con i territori di Guardiagrele, Gissi, Casoli, Pescina, e Tagliacozzo. Inoltre, nelle premesse della delibera, vengono citati una serie di decreti del commissario ad acta mentre non vengono menzionati altri, né tantomeno troviamo motivazioni e relazioni tecniche. Poi, cosa più assurda, viene chiesta la denominazione di ospedale di zona disagiata ma senza una programmazione di offerta sanitaria e senza conoscere il numero dei posti letto e dei reparti. Sembra che si voglia giocare a bocce senza le bocce. Ma i ministeri come faranno a recepire istanze prospettate in questa maniera?”, si chiede Febbo che aggiunge: “È una delibera approvata solo per poter affermare di presentare un documento in occasione del prossimo Tavolo di monitoraggio il cui verbale sarà disponibile a fine gennaio, cioè nel periodo della par condicio, per cui gli esiti, certamente sfavorevoli, non potranno essere resi pubblici. Questo dopo che per anni l’assessore Paolucci si è attenuto rigidamente all’assurda programmazione del Dca 79/2016 che il Ministero ha approvato in perfetta osservanza del decreto Lorenzin. Un provvedimento che il Movimento 5 stelle abruzzese ha avversato per anni avversato e contestato chiedendone la “disapplicazione”.
“In perfetta sintonia con quello che hanno predicato i 5 stelle in Puglia su problema xylella e sulla Tap – sostiene Febbo – la candida presidente Marcozzi e l’assessore in pectore Pettinari hanno prima presentato progetto di legge, in prossimità dello scioglimento, che prevedeva la sospensione dell’applicazione del decreto Lorenzin (come se una legge regionale possa sospendere un legge nazionale), salvo poi chiedere ai loro parlamentari di intervenire sul decreto terremoto con il risultato, in perfetto stile Toninelli Di Maio, di vedersi rispondere dal ministro Grillo che “non si può”. “La realtà è che sarà compito del prossimo governo regionale riportare il sistema sanitario al servizio dei cittadini, dare risposte concrete ai territori con la rideterminazione dell’offerta sanitaria – conclude Febbo – nel rispetto sia dei livelli di assistenza sia dei vincoli del pareggio di bilancio (che invece negli ultimi due anni purtroppo vengono disattesi), che è l’unica possibilità di non applicare le direttive della Lorenzin, piaccia o non piaccia a Paolucci e alla Marcozzi”.