L’Aquila. L’Abruzzo si posiziona tra le regioni italiane maggiormente esposte al mercato statunitense, con un valore delle esportazioni che nel 2024 ha raggiunto 1,732 miliardi di euro. Secondo i dati di Confartigianato, la regione è la quarta in Italia per incidenza del commercio con gli Stati Uniti, preceduta solo da Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.
L’andamento dell’export abruzzese ha mostrato una crescita significativa, in particolare nelle province dell’Aquila e di Chieti, che hanno registrato rispettivamente un incremento del 32,15% e del 24,8%. Tuttavia, questo trend potrebbe subire un rallentamento a causa della prospettiva di nuovi dazi sulle esportazioni europee annunciati dal presidente Donald Trump.
Le imprese abruzzesi, soprattutto nel settore manifatturiero e agroalimentare, potrebbero risentire dell’aumento dei costi e della riduzione della competitività sui mercati internazionali. In questo contesto, assume un ruolo centrale la necessità di strategie di mitigazione, tra cui accordi commerciali bilaterali e interventi mirati sul costo dell’energia, sulle infrastrutture e sulla logistica, fattori determinanti per il mantenimento della competitività del Made in Italy. La situazione impone un’attenzione particolare anche per le piccole e medie imprese, che costituiscono la maggior parte del tessuto economico regionale. Un’eventuale contrazione delle esportazioni non solo influirebbe sul commercio estero, ma potrebbe avere ripercussioni più ampie sull’occupazione e sulla crescita economica del territorio.