Pescara. “Pescara non tornerà a votare con il costume da bagno, l’ombrellone sotto il braccio e la sabbia nelle ciabatte”. Lo dichiara l’onorevole Luciano D’Alfonso commentando la decisione del Consiglio di Stato, che ha accolto i ricorsi contro la sentenza del Tar sulle elezioni amministrative 2024, rinviando la decisione definitiva a dicembre.
Il deputato sottolinea come, nonostante il clima di esultanza del sindaco in carica e della sua maggioranza per il rinvio, restino gravi ombre sulla legittimità di quel voto. D’Alfonso ricorda le “buste sigillate e strappate, le schede scomparse e riapparse” e una sentenza del Tar che ha espresso dubbi di legittimità, oltre al coinvolgimento della Magistratura penale che dovrà chiarire i fatti.
“Il rinvio della decisione sotto l’Albero di Natale è un elegante invito a moderare i toni e a mantenere un basso profilo rivolto dalla Magistratura amministrativa a chi oggi ha il compito pro-tempore di governare la città”, commenta D’Alfonso.
Il parlamentare rileva inoltre che la prima reazione del sindaco Masci non è stata sulla legittimità della sua elezione, ma sull’aver riacquistato una presunta piena operatività. “Questa decisione del Consiglio di Stato, però, non deve essere interpretata come un ‘tana libera tutti’”, avverte, “né deve indurre a un pericoloso far west amministrativo, che in questo momento non ha ragion d’essere”.
“L’autentica legittimazione del voto amministrativo del 2024 dipende unicamente dal pronunciamento del 18 dicembre prossimo. Fino ad allora tutte le decisioni strategiche dovranno essere ponderate, riflettute e intelligentemente condivise, in una sorta di co-gestione politica del territorio, l’unica misura che gode di piena legittimità e opportunità”.
“Lo pretende il principio di democrazia,” conclude, “lo pretende soprattutto la città che rischia di vedere calpestato il proprio diritto di espressione di un anno fa”.