Chieti. “Tra i giovani abruzzesi potrebbe esserci un nuovo Marchionne: lui è sempre stato un manager che ha del genio dentro di sé e ha rappresentato, ad alto livello, la capacità dell’Abruzzo di fare e di anticipare il futuro”. Così il governatore Luciano D’Alfonso ha risposto alle domande dei giornalisti in queste ore di apprensione per Sergio Marchionne. “Ho conosciuto Marchionne per quello che lui ha fatto”, spiega D’Alfonso, “ma anche attraverso i racconti di due suoi collaboratori: l’ingegner Galante, amministratore delegato della struttura di Atessa, e Luca de Meo, un pescarese illustre che con Marchionne ha creato il successo di Fiat cinquecento”. “Se dovessimo oggi immaginare come descrivere l’Abruzzo, di sicuro saremmo aiutati dall’immagine e dall’esperienza di Marchionne che si è fatto apprezzare nel mondo e nella dimensione internazionale senza dimenticare le sue origini abruzzesi. Marchionne ha portato avanti nel mondo la storia della Fiat pur essendo un uomo di origini umili: lui nato a Chieti dal padre di Cugnoli (Pescara), attraverso la voglia di studiare è diventato un riferimento per la produzione e per l’innovazione: ha parlato con i grandi del mondo grazie alla sua ‘visione’ e alla sua intelligenza. Penso”, continua D’Alfonso, “che Marchionne porti con sé davvero un patrimonio educativo e di insegnamento per le nuove generazioni: se ce l’ha fatta lui, ce la possono fare anche tanti giovani talentuosi e studiosi abruzzesi. C’è un ragazzo di Manoppello Scalo che ha lavorato con lui ad Atlanta e credo che stia pensando seriamente di ripercorrere i suoi passi”.
“Per il futuro avremo bisogno di un nuovo Marchionne”, dice ancora il presidente della Regione, “che mantenga l’Abruzzo al centro dei programmi di investimenti del mondo Fiat. Lui ha ‘atlantizzato’ e ‘torinizzato’ l’Abruzzo rispetto alla grande attività d’impegno contrattuale della Fiat che rimane un colosso nel mondo. Per questo dico grazie a Marchionne e spero che possa continuare ad aiutare l’economia italiana e mondiale”. “L’ho sempre stimato perché guardava sempre con attenzione al cammino dell’Italia”, conclude D’Alfonso, “ricordo anche l’agenda che fissò per l’Abruzzo e per risolvere il tappo che stava mettendo in difficoltà il funzionamento della fondovalle Sangro rispetto al distretto di Atessa. Fu grazie alla sua spinta che la fondovalle Alento si dotò della copertura della banda larga, come richiesto da lui, con un investimento di 150 milioni di euro. Poi chiese il potenziamento della fornitura di energia elettrica industriale, di qualità e senza interruzioni, e anche questo fu portato ad Atessa grazie a lui”.