L’Aquila. “Decine di migliaia di abruzzesi stanno ricevendo in queste ore dalle Poste al loro indirizzo un depliant di propaganda per il ‘Sì’ inviato dal presidente della Regione D’Alfonso. Con la ormai consueta scorrettezza istituzionale che lo contraddistingue non si capisce se il materiale propagandistico sia della Regione Abruzzo o una produzione privata del presidente”. Lo denuncia Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista. “Il depliant rimanda a un sito istituzionale finanziato dalla Regione con il Piano di comunicazione istituzionale al cittadino 2014¬2016. Non si capisce se il depliant sia a spese della Regione o della celeberrima zia di D’Alfonso. Ci pare di dubbia legittimità e legalità ¬ attacca Acerbo ¬ questo uso della comunicazione istituzionale per veicolare una campagna politica sul referendum costituzionale. C’è da domandarsi poi chi fornisca e autorizzi l’uso di tutti questi indirizzi da parte del presidente D’Alfonso”.
Polemico anche Nazario Pagano, di Forza Italia: “A prescindere dalle affermazioni ai limiti del ridicolo sugli effetti positivi della riforma Renzi a vantaggio delle Regioni, visto che invece questa riforma neo centralista riduce drasticamente il ruolo delle Regioni ¬ dice – mi piacerebbe sapere da dove arriva il danaro per finanziare questa costosa iniziativa. Si tratta di soldi pubblici o privati? Un po’ di trasparenza da parte di chi, almeno a parole, propugna la riduzione dei costi della politica sarebbe quantomeno doverosa”. Ma la questione era già stata chiarita ieri dal segretario del Pd Abruzzo, Marco Rapino: “I nostri materiali e gli eventi della campagna referendaria sono pensati, prodotti e pagati dal Pd Abruzzo”, aveva sottolineato. Dal partito, inoltre, fanno sapere che le lettere sono state inviate ai cittadini abruzzesi che fanno parte del ‘popolo delle primarie’.