L’Aquila. “La replica della signora Pezzopane alle mie dichiarazioni sul suo tardivo interesse alle tematiche penitenziarie dell’Aquila e dell’Abruzzo non sposta di una virgola il centro della questione: dice che ha fatto, ha fatto e dove sono i risultati?”, dichiara il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece, dopo le nuove dichiarazioni alla stampa del consigliere comunale dell’Aquila Pezzopane. “Se pensa di risolvere tutto dicendo che ha collaborato con due sindacati confederali, per altro assolutamente minoritari, del Comparto penitenziario, beh allora siamo punto e a capo. Pezzopane parla di avere fatto interrogazioni parlamentari, corsi di formazione per i detenuti… e allora? I risultati dove sono? Dov’era la signora Pezzopane quando il governo di sinistra che lei sosteneva ha cancellato il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Pescara, la centrale operativa regionale della Polizia Penitenziaria, ha avuto la folle idea di mettere i maggiorenni fino a 25 anni nelle carceri per minori, ha introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto che è causa dell’impennata di eventi critici tra le sbarre? Se ne faccia una ragione: il Sappe, bontà sua, è autonomo, apolitico, apartitico e questo ci consente di dire le cose a tutti senza problemi. Ma di certo il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non si fa prendere per il naso da chi oggi pensa di avere scoperto l’acqua calda e i problemi carcerari, come la signora Pezzopane…”.
“Le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria non possono continuare ad essere aggrediti o a trovarsi costantemente in situazioni di alta tensione senza che si adottino provvedimenti urgenti”, aggiunge Capece. “Siamo al collasso e lo eravamo anche prima che fosse detenuto all’Aquila Matteo Messina Denaro! Serve una stretta normativa che argini la violenza dei pochi, anche a tutela degli altri detenuti e delle altre detenute. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni: lo sa questo la signora Pezzopane? La verità è che chi scopre l’acqua calda oggi dovrebbe sapere che il carcere si vive 24 ore su 24, 365 giorni, tra le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, donne e uomini che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena d’olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. Dovrebbero sentire anche tutti coloro che oggi si professano nuovi esperti carcerari, sui loro visi, i pugni, le sberle, gli sputi che prendono i nostri Agenti in servizio dai detenuti più violenti. E poi ne parliamo…”, conclude.