Sulmona. Nella giornata di ieri abbiamo partecipato al tavolo Marelli convocato al Ministero delle imprese e del made in Italy. Una riunione particolare, con tanti “vedremo” e nessuna certezza.
Si è parlato della procedura “Chapter 11” per il risanamento dei debiti e dei conti aziendali avviata negli Usa, della nuova governance del gruppo che dovrebbe subentrare al termine proprio di quella procedura, e della situazione degli stabilimenti italiani, compreso quello di Sulmona.
In tutta onestà ci aspettavamo tanto di più e non le solite frasi di circostanza. Certo, il momento è quello che è e ci sono da capire e definire ancora tante cose.
Ci si è mossi in ritardo, questa la verità che abbiamo più volte denunciato nelle interrogazioni parlamentari che da anni rivolgiamo al governo sulla questione, e pare si continui a perdere tempo.
Non una critica ma una triste e preoccupante constatazione.
Anche nel corso della riunione, forze sindacali a parte, la sensazione che non si volessero toccare i punti fondamentali sul tavolo è diventata via via certezza dopo aver ascoltato le riflessioni dei rappresentanti dell’azienda.
I parlamentari presenti alla riunione – per dovere di cronaca soltanto noi, nessuno e ripetiamo nessuno di maggioranza – potevano assistere ma non intervenire.
Alla luce degli esiti del confronto di ieri, abbiamo letto con un certo sgomento alcune dichiarazioni trionfalistiche riferite al mancato licenziamento di 36 operai della produzione bracci oscillanti dello stabilimento di Sulmona, perché l’azienda ha deciso di licenziarne soltanto 18. Stiamo parlando di persone e di famiglie! E degli altri 18 ci siamo scordati? Quali turni faranno i lavoratori? Riusciranno, e per quanto tempo, ad assicurarsi l’intera settimana lavorativa?
La delusione è tanta visto che nel corso della riunione non è emersa alcuna certezza, nessuna garanzia per i lavoratori della fabbrica sulmonese. Perché il punto, ricordiamo ad azienda e governo, è proprio quello: a Sulmona arriveranno nuove commesse e saranno confermate quelle esistenti? Quali sono le intenzioni dell’azienda e quali saranno, per Sulmona e per gli altri stabilimenti italiani, le decisioni della nuova governance in termini di investimenti e tutele dei livelli produttivi e occupazionali?
Servono risposte e ad oggi, spiace davvero tanto doverlo dire, non ne sono arrivate. Da parte nostra continueremo a monitorare la situazione con l’attenzione che merita, nell’interesse di lavoratori e famiglie che, anche per quest’anno, dovranno passare l’estate e i prossimi mesi nella precarietà e nell’incertezza.
Così in una nota congiunta la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo e il senatore Pd Michele Fina.