
“La criminalizzazione della movida”, continuano, “non è un fatto nuovo, né esclusiva politica di una determinata fazione: tuttavia in stretta contemporaneità con il forte spostamento a destra del dibattito pubblico, e con forze come il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle che inseguono Lega e Fratelli d’Italia su argomenti come la sicurezza e i migranti, siamo passati dalla retorica delle mele marce da isolare a un sistematico e generalizzato abbattimento degli spazi di aggregazione e socialità. Noi studenti di questa città siamo stufi di essere visti come meri finanziatori dell’economia nostrana. Non siamo solo coloro che contribuiscono alla crescita delle attività commerciali aquilane; non siamo solo coloro che si meritano di stare in città al netto del pagamento di un affitto. Pensiamo che la nostra presenza a L’Aquila crei valore per la città a partire dal consolidamento dell’integrazione tra noi e la cittadinanza. E tale integrazione non si struttura impedendo a quelli più poveri fra di noi di vivere liberamente la città. È altresì molto importante che l’intera cittadinanza si renda conto che non siamo di fronte ad una battaglia corporativa che vede confliggere gli interessi divergenti di studenti e commercianti: la retorica del degrado che è stata utilizzata per addossare alla nostra generazione la colpa delle condizioni del centro storico è assolutamente falsa. Il degrado è infatti diretta conseguenza del definanziamento delle attività culturali e dei saperi, dello smantellamento dei luoghi di aggregazione e dell’ostinazione con cui le amministrazioni di tutto il Paese si rifiutano di aprire una discussione profonda con i corpi sociali in merito ai tempi di vita delle giovani generazioni”.
“Non ci resta che prendere atto che di fronte alla tanto sbandierata discontinuità, che durante la campagna elettorale è stato il cavallo di battaglia che la destra ha utilizzato per ribaltare le sorti delle elezioni, sia seguito soltanto l’effetto di acutizzare un’inutile tensione che non ha nulla a che fare con il miglioramento delle condizioni materiali della città e di chi la abita. Anche per questo reputiamo che i giovani esponenti della destra cittadina e universitaria dell’Aquila non possano parlare a nome di coloro che subiscono questo attacco. Chiediamo quindi un’immediata inversione di tendenza, e la costruzione di ulteriori momenti di discussione e programmazione ampia e condivisa sull’idea di socialità che vogliamo a partire dalle aree di Piazza Chiarino, Piazza Regina Margherita, Corso Vittorio Emanuele, San Basilio, Parco di Collemaggio” conclude la nota.