Pescara. Una città che non arresta la sua impennata di contagi da Covid-19, dopo nuove restrizioni entrate in vigore a causa d’innumerevoli assembramenti cittadini e assalti ai caffè di gente alla ricerca di una normalità apparente. Proprio in queste ore si sta valutando, a partire da mercoledì, la riapertura delle scuole, chiuse dal sindaco, su indicazione della Asl, dall’8 al 16 febbraio. La decisione definitiva verrà presa tra lunedì 15 e martedì 16, ma sembra che l’orientamento sia quello di consentire la ripresa delle attività didattiche in presenza per le scuole elementari e per le prime medie. Tutte le altre rimarranno chiuse per effetto della zona rossa.
Ieri a tal proposito è avvenuto il vertice in Prefettura, alla presenza dei sindaci, dei rappresentanti della Asl e dell’Ufficio scolastico. All’origine delle valutazioni, non solo gli aspetti sanitari, ma anche quelli socio-economici e i disagi vissuti dalle famiglie con la chiusura delle scuole. Sembra che gli screening eseguiti sulla popolazione scolastica stiano dando risultati confortanti, nonostante la diffusa circolazione della variante inglese – a cui a Pescara è riconducibile più di un caso su due – riguardi maggiormente i contagi dei bambini. Alla luce dei dati dei prossimi giorni verrà presa una decisione definitiva sulla questione. A Pescara il sindaco Carlo Masci aveva disposto lo stop alle attività didattiche in presenza, a causa del repentino incremento del virus fra gli alunni. Altri comuni più piccoli hanno adottato provvedimenti analoghi, mentre in tutta la provincia sono decine le classi in quarantena per contenere il contagio.