Chieti. I cento milioni di euro provenienti dalla bancarotta fraudolenta di Villa Pini sarebbero finiti nelle banche delle Antille Olandesi. Lo ha sostenuto l’accusa nei confronti dell’imprenditore Enzo Angelini, al processo di ieri sul crac del gruppo nel Tribunale di Chieti. Insieme all’imprenditore sono imputati la moglie Anna Maria Sollecito, la Figlia Chiara e tre ex componenti del collegio sindacale di Villa Pini. Il pm Giuseppe Falasca con il procuratore capo Pietro Mennini ha chiesto al giudice l’apertura di un procedimento a carico di Marco Rovella, commercialista di Angelini, per concorso in bancarotta fraudolenta. Secondo le informazioni della Procura Rovella avrebbe coordinato un’operazione di trasferimento di circa 100 milioni di euro dai conti di Angelini alle Antille Olandesi. In un primo momento il collegio dei giudici ha rigettato la richiesta di procedimento a carico di Rovella, specificando che nel particolare nulla é contestato ad Angelini che resta indagato per bancarotta fraudolenta. In una seconda fase i giudici hanno rimandato il tutto all’esito dell’istruttoria dibattimentale aggiornando l’udienza al prossimo 20 giugno. Angelini, unico presente degli imputati, fuori dall’aula ha smentito l’esistenza di un filone Antille, spiegando che “l’unico rapporto che esiste con le Antille Olandesi riguarda una barca di 26 metri ormeggiata lì e acquistata nei primi anni ’90. Il resto è pura falsità”. In ogni caso in processo che dura ormai da diverso, se il fatto venisse accertato rappresenterebbe una svolta in vista della conclusione del processo stesso.