L’Aquila. “Abbiamo un andamento del virus che è ottimo. Non facciamo sempre i pessimisti: stiamo andando molto bene anche come circolazione del virus, tenuta a bada dal Green pass. Poi uno può essere contro o a favore, ma la verità è che il Green pass, nelle sue due anime della vaccinazione e dello screening attraverso i tamponi, migliora la vaccinazione e fa venire a galla positivi che altrimenti non si troverebbero”, questo quanto ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.
“L’ideale sarebbe che tutti i politici, di qualunque colore, mettano da parte il Green pass e l’obbligo vaccinale e dicano una cosa chiara: ‘Il vaccino salva o non salva la vita’”, ha aggiunto, “se tutti i politici dicessero ‘il vaccino salva la vita’ non” ci sarebbe “obbligatorietà o Green pass’. Il vaccino serve come mezzo medico per salvare la vita? Sì. Punto”
“Più andiamo avanti con la vaccinazione più dobbiamo tornare alla nostra libertà. È chiaro che ‘No Green pass, no party’. È evidente. Deve significare, nel tempo ‘via la mascherina e via la distanza’, quando passeremo dalla fase dell’emergenza pandemica all’endemia” ha aggiunto.
Inoltre in riferimento all’Austria e alle parole del cancelliere Sebastian Kurz che ha parlato di un lockdown solo per i non vaccinati, Sileri risponde: “Non credo che servirà. Abbiamo il Green pass. A questo punto è molto meglio estenderlo e chi non lo ha purtroppo alcune cose non potrà farle. Io sono per il Green pass anche per le discoteche”. Rispondendo a una domanda sui tamponi, sottolinea: “Chi deve essere esonerato è già esonerato. Ma ad altri molto probabilmente il tampone dovrebbe essere dato e faccio riferimento alla popolazione più giovane, come alla fascia tra i 12 e i 18 anni, dove c’è una riluttanza dei genitori alla vaccinazione. Dobbiamo andare incontro a questo e probabilmente il tampone può essere garantito. Secondo me quest’opzione può essere estesa ai test salivari”.
“Se dopo 9 mesi calano gli anticorpi” contro il virus Sars-Cov-2 “sulla popolazione generale” e “scorporo i dati, vedo che calano più frequentemente e prima in coloro che sono ‘superanziani’ rispetto ai più giovani o a chi ha determinate malattie. Ecco perché serve una terza dose che dovrà essere fatta a coloro nei quali è dimostrato un calo dell’immunità come i ‘superanziani’, i dializzati e quanti altri. Poi, al resto della popolazione” ha aggiunto.
Quando tutti gli altri potranno fare la terza dose? “Sicuramente la faremo ma non adesso, probabilmente più avanti”, risponde sempre Sileri, “il quando non lo sa nessuno, potrebbe essere anche più di un anno. Ce lo dirà la scienza. È verosimile che entro un anno tutti dovremmo passare attraverso una terza dose ma probabilmente qualcuno la farà prima e qualcuno più tardi. La scienza ci dirà chi e con quale vaccino”.