La crescita dell’epidemia di Covid-19 comincia a mostrare segni di frenata in Europa, Italia compresa: lo rileva l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “Anche il blocco di Stati dal Mar Baltico al Mar Nero, con contagi in crescita, è in fase di riduzione”. Dall’analisi alle differenze percentuali settimanali, si osserva una decrescita dell’incidenza dei positivi in Belgio, Bielorussia, Lussemburgo, Moldavia e Turchia, mentre in Bulgaria, Croazia, Irlanda, Montenegro e Portogallo questa fase è iniziata da pochi giorni. Inoltre, la crescita sta frenando in Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Norvegia, Polonia, Romania, Svizzera e Russia. Nel Regno Unito si osserva una “situazione oscillante, ma con un trend su lunga scala di crescita”.
Secondo Sebastiani occorre comunque ancora “attenzione perché ci sono casi, come la Slovenia e l’Ucraina, dove la situazione negli ultimi giorni è cambiata passando da frenata della crescita ad accelerazione della crescita”. Ecco di seguito l’incidenza nei Paesi europei, ossia il numero di casi positivi negli ultimi sette giorni per 100.000 abitanti: Regno Unito (467), Olanda (449), Montenegro (431), Ucraina (429), Lituania (417), Romania (412), Irlanda (411), Estonia (409), Austria (407), Serbia (391), Grecia (354), Lettonia (350), Repubblica Ceca (338), Moldavia (333), Bulgaria (315), Turchia (308), Danimarca (299), Slovenia (294), Germania (281), Croazia (275), Russia (264), Slovacchia (247), Ungheria (219), Bosnia e Bielorussia (209), Norvegia (202), Polonia (198), Macedonia (192), Islanda (184), Albania (179), Svizzera (145), Lussemburgo (127), Finlandia (110), Svezia (85), Francia (78), Portogallo (74), Belgio e Italia (71), Spagna (39), Kosovo (10)