L’Aquila. Bella stagione ma contagi in netta salita: questa ondata estiva di Covid-19 è decisamente singolare, con una circolazione del virus SarsCoV2 decisamente alta e un progressivo aumento dei casi: un andamento tipico di un’epidemia in corso e lontanp da quello di una fase di endemia. Lo ha rilevato l’epidemiologo Carlo La Vecchia, , docente di Statistica medica dell’Università di Milano. “Vedere un’epidemia così veemente in estate è singolare. Sappiamo infatti – ha detto l’esperto all’ANSA – che l’estate rende la trasmissione dei virus respiratori più difficile, ma quanto sta accadendo riflette la contagiosità di questo virus”.
Tanto che per avere un altro esempio di un’epidemia causata da un virus respiratorio così forte durante l’estate, bisogna risalire alla prima ondata della Spagnola, della quale però non abbiamo dati sulla contagiosità. E’ difficile in questo momento, ha proseguito l’esperto, fare previsioni sull’andamento dell’epidemia. L’ondata provocata in gennaio dall’arrivo di Omicron, ma nella quale era ancora presente la variante Delta, aveva portato a 20.000 ricoveri; la seconda ondata, in marzo, a circa 10.000: “se adesso le cose andassero come in marzo, questa nuova ondata potrebbe cominciare a livellarsi nelle prossine settimane, intorno a metà luglio”, ha osservato La Vecchia.
“Ma bisogna fare i conti con l’anomalia dell’elevata circolazione del virus in estate. Se poi da un lato il caldo estivo potrebbe fare ancora da tampone a un virus che si trasmette con molta facilità”, dall’altro lato non usare mascherine e avere riaperto tutto favorisce la circolazione di un virus così contagioso da essere paragonato al morbillo. Ed è difficile, adesso, poter utilizzare tutte le misure di contenimento: o queste sono utilizzate in modo rigido, o – ha osservato – bisogna convivere con il virus”. Non siamo però in una condizione di endemia perché, ha detto La Vecchia, “l’endemizzazione significa che c’è un basso stato di circolazione del virus, che non viene eliminato. Adesso, invece, osserviamo continui picchi epidemici”. Anche questa ondata provocata da Omicron BA.5, ha concluso, “potrebbe esaurirsi nell’arco di due o tre mesi, il problema è vedere che cosa accadrà con l’arrivo dell’autunno e con la comparsa di eventuali nuove varianti”.