Per evitare che la Dad torni prepotentemente nelle nostre scuole serve “una massiccia attività di tracciamento, puntare sui test salivari per scoprire i positivi asintomatici e fermare i contagi”. A spiegarlo è Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione, in un’intervista al quotidiano ‘La Stampa’. In merito agli studenti finiti in quarantena dopo pochi giorni di scuola Sasso afferma: “Uno scenario che preoccupa, ma è comunque diverso da quello dello scorso anno”. Per Sasso, “le condizioni sono diverse, abbiamo il 94% del personale scolastico vaccinato e tra i ragazzi la progressione è ottima, verso il 70% nella fascia 16-19 anni. E, a differenza dell’anno scorso, di fronte a casi positivi non si chiude più tutta la scuola, ma si isolano le singole classi”.
E proprio sulla quarantena aggiunge: “Su questo dobbiamo seguire le indicazioni delle autorità sanitarie. Più che altro vorrei un parere scientifico sulla possibilità di accorciare la durata della quarantena, almeno per i vaccinati: credo che si possa far tornare tutti a scuola in meno di 7 giorni”. Il sottosegretario quindi aggiunge: “Se in 3 o 4 giorni si riesce a sottoporre tutti allo screening e risultano tutti negativi, non vedo perché non farli tornare in presenza. Potenziare il tracciamento è l’arma principale per evitare quarantene e conseguente ricorso alla didattica a distanza”. E alla domanda se il progetto delle scuole ‘sentinella’, con 110 mila studenti sottoposti a test salivare ogni mese, sia sufficiente Sasso risponde: “No, bisogna aumentare notevolmente, a mio avviso ne servono almeno 500 mila ogni due settimane, un milione di studenti controllati al mese. Solo con uno screening a tappeto si riesce a intercettare tempestivamente i positivi e a spegnere i focolai”.