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Covid e guerra, stop ai viaggi in Italia per i bimbi Bielorussi

Alessandra Ciciotti di Alessandra Ciciotti
3 Novembre 2022
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Pescara. “Prima s’è messa di mezzo la pandemia, poi la situazione politica con l’elezione del premier Lukashenko, non riconosciuto dai Paesi della Ue; infine il conflitto russo-ucraino ha ulteriormente deteriorato i rapporti diplomatici tra Italia e Bielorussia. Risultato: i soggiorni nel nostro Paese per questi bambini sono sospesi, a dispregio dei più elementari diritti dell’infanzia”, sono parole di Marco Mochi, consigliere nel direttivo di ‘Puer’, onlus fondata nel 1992 che riunisce da ogni parte d’Italia 900 famiglie ospitanti quasi 1.200 minori bielorussi, i cosiddetti “bambini di Chernobyl”.

 

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Mochi ne parla sul numero di Famiglia Cristiana da oggi in edicola per denunciare la lontananza forzata dalla tredicenne Cristina che ha ospitato per quattro anni. Da oltre due anni bambini e ragazzi della Bielorussia sono bloccati in una sorta di Limbo nel loro Paese sia per quanto riguarda i soggiorni cosiddetti “progetti solidaristici di risanamento sanitario”, con famiglie che li ospitano periodicamente, che per le adozioni internazionali. Anche i coniugi Serrotti, che hanno portato a termine tutto l’iter adottivo sono costretti a fare i conti con questa situazione dolorosa: “Con noi Anastasija ha visto il mare per la prima volta, e poi Venezia, Pompei, il monte Bianco. Poi, una sera d’estate di tre anni fa, ci ha chiesto: ‘posso restare qui con voi?’. Figuratevi con che animo a luglio, quando siamo andati a trovarla l’ultima volta, abbiamo dovuto spiegarle che non sappiamo quando potrà tornare in Italia”. Per questo i genitori che attendono i loro ragazzi hanno partecipato a una manifestazione il 19 settembre a Roma davanti alla Farnesina: “Le autorità bielorusse chiedevano solo un impegno formale firmato dal governo italiano a garanzia del rientro dei bambini in patria, una volta terminati i soggiorni. Ma questa lettera non è mai partita dal ministero, così i bielorussi hanno bloccato i programmi”. Su uno degli striscioni dei manifestanti c’era la scritta “Riapriamo l’Italia ai bambini bielorussi. Regaliamo anche a loro un felice Natale”. Se entro novembre non ci sarà ancora nessuna novità, l’associazione Puer Onlus ne organizzerà un’altra.

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