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Costretta a chiedere l’elemosina e schiavizzata, la ragazzina racconta la sua storia in tribunale

Pietro Guida di Pietro Guida
20 Settembre 2024
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Avezzano. Incidente probatorio davanti il gip del tribunale dell’Aquila, Jolanda Di Rosa, per il caso della ragazzina romena ridotta in schiavitù, maltrattata, picchiata e costretta a chiedere l’elemosina ad Avezzano. L’attività istruttoria si è tenuta con un’audizione protetta della minore su richiesta del pm titolare del fascicolo, Roberta D’Avolio. La minore, che oggi ha 17 anni, una volta entrata in Italia, a luglio 2022, secondo le gravissime contestazioni mosse dalla pubblica accusa, sarebbe stata costretta a una attività quotidiana di accattonaggio in vari punti della città, davanti all’ospedale, in via Corradini e zone centrali, in alcuni esercizi commerciali in via XX settembre e anche davanti a istituti ecclesiastici, il tutto riportando somme di denaro alla famiglia dell’ex marito, appena maggiorenne.

Alla base dell’inchiesta, coordinata dalla procura distrettuale antimafia, c’è una storia di sfruttamento di una minore di 15 anni, arrivata ad Avezzano nel 2022.
La ragazza, secondo le accuse, era stata privata della libertà di movimento e della possibilità di avere contatti esterni.
Percossa e malmenata in diverse occasioni, era stata anche costretta a chiedere l’elemosina in strada. Indagata anche la madre naturale che aveva concordato l’affidamento ‘forzato’ con il nucleo familiare finito in carcere.

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Della vicenda si è occupata la compagnia dei carabinieri di Avezzano e successivamente alle indagini, nate da una segnalazione i primi giorni del mese di ottobre 2023, furono emesse delle misure cautelari da parte del gip del tribunale dell’Aquila Geundalina Buccella nei primi del marzo 2024. Tre dei quattro indagati si trovano ancora sottoposti a misura cautelare, mentre nei confronti della madre la richiesta è stata rigettata.

Nell’incidente probatorio, durato circa sei ore, la minore ha risposto alle domande confermando le accuse mosse nei confronti degli indagati, anche se su alcune circostanze ha evidenziato delle criticità nel ricordo della ricostruzione di alcuni episodi, contraddicendosi su date e circostanze specifiche che hanno portato a delle contestazioni in relazione a quanto dichiarato in una precedente audizione in un luogo protetto.
Sarà ora la Procura distrettuale dell’Aquila a dover trarre le proprie conclusioni e valutare se e come proseguire il procedimento nei confronti di tutti gli indagati o tralasciare posizioni su cui potrebbe essere emersa una non responsabilità o una responsabilità diversificata. I difensori degli indagati sono Giu

Tags: avezzanotribunale
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