L’Aquila. La difesa di Alfredo Cospito ha presentato una diffida al ministero della Giustizia e per conoscenza al Garante dei detenuti affinché, in caso di peggioramento delle condizioni di salute, non venga sottoposto alla nutrizione o a trattamenti forzati. È quanto si apprende da fonti della difesa le quali ribadiscono la volontà dell’anarchico di proseguire nello sciopero della fame.
Nella diffida la difesa sottolinea che l’obiettivo è quello di confermare la ferma volontà di Cospito a non esser sottoposto ad alcun tipo di nutrizione forzata nel caso in cui dovesse perdere conoscenza. Se invece le sue condizioni di salute dovessero aggravarsi al punto di provocargli, ad esempio, un arresto cardiaco – sottolineano le fonti della difesa – a quel punto lo Stato dovrebbe prendersi cura di lui come avviene per tutti gli altri detenuti.
Inoltre, un gruppo di manifestanti si è staccato dal presidio organizzato davanti al carcere di Opera in solidarietà ad Alfredo Cospito, dopo aver organizzato un corteo tra i campi per portare un saluto ai detenuti, si è avvicinato alla recinzione di sicurezza più esterna del penitenziario e hanno lanciato all’interno fumogeni e sassi. Il camminamento più esterno è presidiato da camionette e agenti di polizia in tenuta antisommossa. Il gruppo di manifestanti, oltre a lanciare qualche fumogeno e qualche sasso, ha ‘tambureggiato’ con pezzi di ferro sulla rete esterna al camminamento di ronda che delimita il penitenziario.
Dai manifestanti sono poi partiti insulti e sputi verso le forze di polizia. Dal corteo che si sta snodando nei campi attorno al carcere anche slogan come “galere e Cpr non non ne vogliamo più, colpo su colpo le tireremo giù”. In contemporanea sta andando avanti il presidio davanti all’ingresso principale di Opera. Un gavettone, monetine e ancora insulti contro i giornalisti da parte dei manifestanti. L’episodio è accaduto verso il termine della manifestazione quando alcuni cronisti, dopo averlo riconosciuto, hanno fatto alcune domande a Simone Ficicchia, giovane di ultima generazione che ha spiegato di “condividere la lotta” contro il carcere duro, “ma non i metodi” violenti. La manifestazione, con una colonna sonora con anche brani del rapper Niko Pandetta, pure lui nel penitenziario milanese dove ha cominciato lo sciopero della fame, si è conclusa, come è già capitato, con fuochi d’artificio.