Pescara. “Vado fino in fondo” ripete Alfredo Cospito nella cella del reparto di medicina penitenziaria del San Paolo di Milano. Da ieri sera, da quando la Cassazione ha confermato per lui il 41bis, niente più vitamine, potassio né altri integratori, solo acqua con sale o zucchero, come ha raccontato il medico, consulente della difesa, che stamani è andato a visitarlo.
L’anarchico è determinato ad andare avanti con uno sciopero della fame che dura ormai da oltre quattro mesi, inasprito di nuovo nelle ultime ore dopo il verdetto della Suprema Corte, che per il suo pool difensivo equivale ad una “condanna a morte”.
Lui stesso è convinto che morirà “presto”, ma con la “speranza” che altri portino avanti “la lotta” contro il carcere
duro. Dalla voce del medico Andrea Crosignani, consulente dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, ha ascoltato
con attenzione le informazioni utili, se vorrà, per riprendere l’alimentazione in modo sicuro. Ma vuole
proseguire col digiuno. Come riferito dal medico, “persiste” un quadro di “grave denutrizione” con “atrofia
muscolare diffusa”, malgrado riesca ancora ad alzarsi dal letto e a camminare.
Complessivamente è una condizione ancora stabile coi parametri vitali che tengono, “sovrapponibile” a quella dei giorni scorsi. Dato che lo stop agli integratori è solo di ieri, nelle condizioni in cui si trova l’anarchico, però, la situazione “potrebbe aggravarsi di giorno in giorno, perché partiamo da un fisico pesantemente defedato con riserva funzionale molto ridotta”.
Il quadro di stabilità, almeno al momento, è confermato da fonti giudiziarie tanto che, come
viene chiarito, ci vorrà qualche giorno per capire quali effetti l’inasprimento del digiuno potrà avere. Resta
costante l’aggiornamento delle relazioni mediche trasmesse al Tribunale di Sorveglianza di Milano. Dal punto
di vista giudiziario, comunque, restano pochi spazi per il 55enne, ideologo della Fai. C’è l’udienza in vista
davanti alla Consulta su una questione di legittimità costituzionale da cui potrebbe dipendere se sarà
condannato all’ergastolo o ad una pena tra i 20 e i 24 anni nel processo torinese sui due ordigni piazzati davanti
all’ingresso della Scuola allievi carabinieri di Fossano. Decisione che, però, non impatta direttamente sul
regime carcerario. E c’è il ricorso che la difesa ha presentato alla Sorveglianza di Roma contro l’ultimo no del
ministro Carlo Nordio alla revoca del 41bis. Mentre le strade giudiziarie sembrano segnate non in favore di
Cospito, arrivano prese di posizione politiche.
“Lui sciopera per la fame contro il 41 bis? Faccia pure, libero di farlo, non cediamo ai ricatti e non sentiremo la sua mancanza”, ha detto il deputato di Forza Italia Flavio Tosi.
E l’attenzione è massima su possibili ulteriori azioni violente della galassia anarco-insurrezionalista. Ad una
rivista anarchica è arrivata una e-mail anonima con una presunta rivendicazione su un attentato esplosivo
andato a vuoto nei giorni scorsi al Tribunale di Pisa, dove è stato collocato un ordigno all’esterno di uno degli
accessi carrabili. Intanto, striscioni e slogan di solidarietà a Cospito hanno caratterizzato i cortei, promossi da
Cobas e da altre sigle contro la guerra e il governo, tra Milano, Torino e Bologna. Cospito che, tra l’altro, ha già
mandato nelle scorse settimane al Dap una dichiarazione con cui esprime la volontà di non essere alimentato
artificialmente, se perderà conoscenza. Un nodo giuridico delicato, senza precedenti di questo genere e che
mette a confronto il diritto del singolo e lo Stato che ha in custodia il detenuto. E che dovrà essere sciolto se le
sue condizioni dovessero peggiorare. Cosa che i suoi legali, che torneranno a trovarlo all’inizio della prossima
settimana, danno oramai quasi per certo.