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Coronavirus, tutti in autunno dovranno fare il vaccino per la comune influenza

Francesca Salvati di Francesca Salvati
15 Giugno 2020
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L’Aquila. Muoversi ora, in largo anticipo e in tempo utile per farsi trovare pronti per l’inizio dell’autunno. La pandemia di Covid-19 ha costretto a rivedere i piani per la profilassi antinfluenzale. In anticipo di un mese rispetto al 2019, il Ministero della Salute ha diramato le linee guida con cui prepararsi alla nuova stagione epidemica. Mancano quattro mesi all’avvio della campagna vaccinale, ma l’importanza che assumerà quest’anno non ha precedenti. Proteggersi dall’influenza permetterà infatti di riconoscere prima le eventuali nuove infezioni determinate da Sars-Cov-2, considerate probabili da ottobre in ragione della stagionalità a cui ci hanno finora abituato i coronavirus.

Ma chi dovrà fare il vaccino antinfluenzale?

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Nel documento firmato da Gianni Rezza, nuovo direttore generale della prevenzione, sono due le novità sostanziali. Oltre che alle categorie a rischio già considerate, il Ministero della Salute, in vista della stagione 2020-2021, raccomanda la vaccinazione antinfluenzale ai bambini a partire dai 6 mesi (per i più piccoli non ci sono dati che dimostrino l’innocuità del vaccino) e l'”anticipo” dell’offerta rivolta agli anziani. A partire da ottobre, l’antinfluenzale sarà gratuito già nella fascia d’età compresa tra i 60 e i 64 anni. Oltre che fortemente consigliato a tutti i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari e agli anziani che vivono in strutture residenziali o di lungo degenza. “Ci aspettiamo una risposta importante, considerando peraltro che l’influenza è una finta malattia benigna”, afferma Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale. D’altronde i numeri sono di una certa entità.

Quest’anno sono stati quasi otto milioni i connazionali che l’hanno contratta. La media dei decessi direttamente riconducibili al virus influenzale si attesta tra 200 e 300 all’anno. Ma a questi occorre aggiungere quelli indiretti, provocati dalle complicanze che colpiscono soprattutto gli anziani. Così il totale arriva può raggiungere anche le settemila unità. È (soprattutto) per proteggere loro che occorre vaccinare pure i bambini. Così facendo, visti i frequenti contatti con i nonni, si può «ridurre la circolazione del virus fra gli anziani nell’attuale fase pandemica», è quanto riportato nel documento del Ministero. La profilassi, nel caso dei più piccoli (considerati comunque una categoria a rischio, al pari delle gestanti e delle persone immunodepresse), è peraltro considerata fondamentale in vista delle occasioni di condivisione degli spazi che si creeranno con l’avvio del nuovo anno scolastico. Circostanze che il virus influenzale raramente si lascia sfuggire per farsi poco alla volta largo nelle abitazioni.

L’anticipo della programmazione della campagna vaccinale si è reso necessario per evitare che un’eventuale recrudescenza del Covid-19 risulti aggravata dalla concomitante circolazione del virus influenzale. Proteggere il maggior numero di persone con la vaccinazione, a partire da coloro già in precarie condizioni di salute e a maggior rischio di complicanze (tanto dell’influenza quanto del Covid-19), permetterebbe di “semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra le due malattie”, si legge nelle raccomandazioni. L’anno prossimo meno persone ci saranno a letto con l’influenza, più sarà facile individuare eventuali casi di Covid-19. “Vaccinando contro l’influenza, inoltre, si riducono le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e gli accessi al pronto soccorso”. Un aspetto, quest’ultimo, cruciale per ridurre anche la circolazione del coronavirus negli ambienti ospedalieri, dove ci si continuerà a muovere con grande cautela. Sebbene uno studio pubblicato sul Journal of Medical Virology evidenzi un tasso di letalità del Covid-19 più basso tra le persone vaccinate per l’influenza, al momento non ci sono dati sufficienti a chiarire quale impatto (diretto) possa avere l’antinfluenzale in caso di contagio da Sars-CoV-2.

I medici si augurano che, anche alla luce dell’esperienza vissuta con il Covid-19, si possa compiere un passo in avanti nella copertura vaccinale. Per questo è probabile che la campagna parta con qualche settimana di anticipo, per far fronte a una richiesta che potrebbe essere maggiore rispetto agli ultimi anni. Al di là di questo, comunque, il Ministero invita a “offrire la profilassi ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se in ritardo per la vaccinazione”. È considerato troppo importante, d’altra parte, migliorarne l’adesione, che negli over 65 e nei pazienti cronici corrisponde al 55 per cento e al 25-30 per cento del target. Valori troppo bassi rispetto a quelli indicati come l’obiettivo minimo (75 per cento) e quello ottimale (95 per cento). Da qui l’invito alle Regioni, chiamate «ad attivare, attraverso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, azioni di offerta attiva di provata efficacia nei confronti delle persone idonee». Quasi una chiamata alle armi, per «avvicinare» il maggior numero di italiani alla profilassi. Nel documento c’è anche un richiamo alla vaccinazione delle donne in gravidanza, già offerta in maniera attiva e gratuita in tutte le Regioni. Ma con tassi di copertura inferiori al 10 per cento.

Per la prossima stagione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità  raccomanda l’utilizzo di un vaccino quadrivalente (diverso da quello dell’ultima stagione) composto dalle varianti antigeniche A-H1N1, A H3N2, B/Victoria e B/Yamagata. Una sola dose di vaccino antinfluenzale sarà sufficiente per i soggetti di tutte le età, con esclusione dei bambini con meno di nove anni mai vaccinati prima. In questo caso l’indicazione è quella di ricorrere a due dosi, da somministrare a distanza di almeno quattro settimane. L’antinfluenzale va inoculato per via intramuscolare nel muscolo deltoide per tutti i soggetti di età superiore a due anni e nella parte anteriore o laterale della coscia per i più piccoli.

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