L’Aquila. “Attivare subito i posti letto pubblici negli ospedali che ancora ne hanno la possibilità, come
quelli dell’Aquila e Tagliacozzo, prima della prossima ondata di pandemia che dovrebbe arrivare, secondo gli scienziati, a gennaio”. Lo chiedono a gran voce il segretario provinciale della Uil Fpl Antonio Ginnetti e il responsabile Sanità della Uil Fpl Gianfranco Giorgi, dopo la notizia della revoca da parte della Asl della convenzione con la clinica Immacolata di Celano che avrebbe dovuto essere ospedale covid, in supporto alle strutture pubbliche con 67 posti letto.
“Devono essere immediatamente potenziate le strutture pubbliche con nuovi posti letto e ulteriore personale. Ci riferiamo al San Salvatore che ha ancora letti da attivare, all’ospedale di Tagliacozzo che ha il primo e il terzo piano che possono essere utilizzati per nuovi posti e in subordine, se dovesse essere necessario, anche il Pta di Pescina. Per fare questo, tuttavia, è necessario assumere personale. Saltata la convenzione con la clinica di Celano, chiediamo quindi al presidente della Regione Marco Marsilio, in previsione della nuova ondata pandemica, di potenziare le strutture pubbliche”.
La convenzione con la clinica di Celano, sottoscritta lo scorso 2 dicembre, è stata revocata con nota protocollo inviata al sindaco Settimio Santilli perché molti dei medici si sono nel frattempo licenziati. “La struttura era stata anche riconvertita eseguendo dei lavori e creando i percorsi sporco-pulito. Questo avrebbe garantito una nuova offerta sanitaria di supporto all’ospedale di Avezzano, permettendo così di decongestionare l’ospedale, di sanificare i reparti e di far ripartire la struttura ospedaliera di Avezzano anche per le patologie covid-free. Tutto quello che era stato fatto per invertire la tendenza negativa non si è quindi concretizzato, dopo un balletto durato settimane sulla decisione di riconvertire o meno la clinica di Celano. Quando sembrava il momento di attivare i posti letto della clinica, Marsilio aveva dichiarato che c’erano dei problemi strutturali, salvo poi annunciare il giorno successivo che si poteva fare. Chiediamo quindi quali siano stati i reali problemi che hanno
condotto a questo ennesimo fallimento. La motivazione addotta dalla Asl è stata la carenza di medici che si è venuta a creare, ma si sarebbero dovute fare le opportune verifiche prima di annunciare alla cittadinanza in pompa magna che sarebbe diventato ospedale covid. Si è quindi perso solo tempo prezioso che chiediamo di recuperare subito attivando i posti letto pubblici necessari, per non arrivare nuovamente impreparati alla terza ondata di pandemia. Il tempo dei proclami è ormai scaduto”.