Il valore dell’indice di contagio Rt a livello nazionale al 3 marzo mostra un calo del 10% circa rispetto al 24 febbraio e si attesta su un valore appena superiore a 1. Lo indicano le analisi dei dati sull’incidenza dei primi sintomi condotte dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
“Il valore dell’Rt calcolato al 3 marzo è di pochi centesimi maggiore di 1, valore critico per l’andamento espansivo o meno dell’epidemia. La diminuzione di circa il 10% del valore dell’Rt rispetto al 24 febbraio è positivo ed è da imputare alle misure restrittive messe in atto a livello regionale e provinciale a febbraio”, osserva l’esperto. Va inoltre considerato, aggiunge, che “gli effetti delle ulteriori misure messe in atto da lunedì 15 marzo saranno visibili tra 5-7 giorni” e che “è importante abbassare l’incidenza dei positivi in modo da avere condizioni migliori per mettere in atto la campagna di vaccinazione di massa, che ha tra l’altro subito i noti ritardi”.
Dall’analisi emerge poi che la curva dell’indice Rt calcolata dal primo ottobre al 3 marzo, dopo aver implementato l’algoritmo più accreditato, “ha un andamento molto simile a quello della curva della variazione percentuale settimanale del rapporto tra positivi e tamponi molecolari, di facile calcolo ed interpretazione”. Per Sebastiani la nuova curva “è intuitiva e facilmente calcolabile conoscendo i dati sui positivi, più accessibili di quelli dei primi sintomi” e “costituisce una valida alternativa all’Rt per studiare l’andamento dell’epidemia.