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Coronavirus, scende l’incidenza a 240 casi ogni 100 mila abitanti: Rt nazionale scende a 1.08

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
26 Marzo 2021
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Scende il numero dei casi di Covid ogni 100 mila abitanti: il dato sull’incidenza che dovrebbe essere confermato nel monitoraggio Iss-MInistero della Salute che sarà presentato oggi, passa, secondo quanto si apprende, da 264 della scorsa settimana a 240.

La cabina di regia del premier Mario Draghi con i ministri sul prossimo decreto Covid è anticipata alle 12. Il Presidente del Consiglio alle ore 14.00 terrà una conferenza stampa presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio.

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Scende il valore dell’Rt nazionale che passerebbe dallo 1,16, della scorsa settimana a 1.08. E’ quando sarebbe indicato, secondo quanto si apprende nel monitoraggio settimanale dell’ Iss-Ministero della Salute.

Nelle ultime 24 ore quasi 24 mila tamponi positivi e altri 460 morti. Numeri sempre drammatici – ormai anomalo quello delle vittime rispetto ad altri grandi Paesi europei – che condizionano le ipotesi di riaperture dopo Pasqua, alla scadenza del provvedimento ora in vigore, il 6 aprile. Il decreto legge con le nuove misure dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri nei primi giorni della prossima settimana, forse martedì. In ballo ci sono il ritorno a scuola, che il premier e alcuni ministri vorrebbero anche in zona rossa, il ripristino del sistema originario dei colori – compreso il giallo sospeso in questo periodo -, con le decisioni sugli spostamenti tra regioni e sulle attività produttive. Una strategia per le prossime settimane che vede confrontarsi linee molto diverse all’interno dell’esecutivo di Draghi. Guarda più lontano il presidente Sergio Mattarella, secondo cui “ci attende un periodo di ricostruzione, impegnativo ma ricco di opportunità per ripensare i modelli di sviluppo su cui si fondano le nostre società e renderli più sostenibili e dinamici”.

Il premier intende anche questa volta, nelle decisioni sulle misure anti contagio, farsi guidare dalle indicazioni della scienza e dunque dai dati epidemiologici. La speranza per ora è che nei 12 giorni che mancano al 6 aprile la curva dei contagi inizi a raffreddarsi, ma dopo qualche timido segnale incoraggiante negli ultimi giorni, ieri e oggi c’è stata la doccia fredda con quasi mille morti e 45 mila positivi. Segnali che uniti alla lentezza della campagna vaccinale – di cui fanno le spese soprattutto i più anziani, la categoria maggiormente colpita dai decessi – potrebbero alimentare gli argomenti dei ministri “rigoristi”, tra cui vengono collocati il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro della Cultura Pd Dario Franceschini e Stefano Patuanelli (Agricoltura, M5S).
L’ipotesi che prevale tra i ministri più prudenti è quella di prolungare le restrizioni attuali oltre Pasqua.

Nel centrodestra di governo che spinge per allentamenti si riconosce da alcune fonti ministeriali che la situazione dell’epidemia resta pesante, mentre altre parteggiano comunque per una ripartenza non solo dell’istruzione, ma anche del commercio e della ristorazione laddove possibile. In pressing sull’esecutivo Matteo Salvini. “Lavoriamo perché aprile sia il mese della rinascita, delle riaperture, del rilancio – dice il leader della Lega -. Il sostegno più efficace è il ritorno al lavoro: gli italiani hanno tenuto duro un anno, si meritano il ritorno alla vita”. Aperturista anche la linea di Forza Italia e Italia Viva. I “rigoristi” invece vorrebbero riaprire solo le scuole in presenza fino alla prima media, anche in zona rossa, già da dopo Pasqua e per il resto mantenere le restrizioni attuali, a quanto trapela, per tutto aprile e magari fino al 3 maggio, dopo il ponte della Festa dei lavoratori. Una mediazione potrebbe essere trovata su un approccio per ‘step’ con aperture progressive dopo il 15 aprile.

Sono al vaglio misure per limitare gli spostamenti e gli assembramenti nel fine settimana. “Da lunedì saremo certamente in zona rossa”, dice il governatore Erik Lavevaz.  Sui controlli delle forze dell’ordine, che sulle strade non sono apparsi in questo periodo paragonabili a quelli del lockdown del marzo 2020, si inserisce una sentenza del Gup di Milano Alessandra Del Corvo, che ha assolto “perché il fatto non sussiste” un 24/enne a processo per aver mentito nell’autocertificazione. Il giovane era accusato di falso a seguito di un controllo proprio un anno fa, ma il giudice ha stabilito che “un simile obbligo di riferire la verità non è previsto da alcuna norma di legge” e, anche se ci fosse, sarebbe “in palese contrasto con il diritto di difesa del singolo”, previsto dalla Costituzione. La stessa procura aveva chiesto l’assoluzione.

Tags: coronavirus
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