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Coronavirus: riapre all’Aquila il cantiere più grande d’Europa

Andrea Rosati di Andrea Rosati
30 Aprile 2020
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L’Aquila. Il 4 maggio riaprirà anche il più grande cantiere d’Europa: L’Aquila. In maniera progressiva torneranno in attività circa 500 siti e oltre 5mila addetti, dopo un mese e mezzo di fermo a causa dell’emergenza coronavirus, impegnati nella ricostruzione della città a 11 anni dal disastroso sisma che nel 2009 ha provocato 309 vittime.

Per questa ragione il sindaco del capoluogo d’Abruzzo, Pierluigi Biondi, ha firmato l’ordinanza con cui si impone a tutte le imprese impegnate nei cantieri pubblici e privati del territorio aquilano il rispetto delle disposizioni contenute in un protocollo che racchiude le buoni prassi in materia di sicurezza anti contagio, contrasto e contenimento alla diffusione del coronavirus. La disposizione, tra le altre cose, pone in capo alle imprese l’obbligo di effettuare test tra i dipendenti per verificare la negatività al Covid-19 entro 14 giorni dalla comunicazione della ripresa dei lavori. Il medico competente dovrà successivamente stabilire la periodicità degli esami.

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“Il protocollo è stato già condiviso con Prefettura, associazione edili e di categoria, Ispettorato del lavoro, sindaci del cratere 2009 e Dipartimento di prevenzione della Asl” spiega il sindaco. “L’ordinanza è più stringente rispetto ai provvedimenti nazionali vigenti per la semplice ragione che il contesto aquilano è molto differente e più articolato rispetto a quello italiano. Solo nella città dell’Aquila ci sono centinaia di cantieri e le maestranze censite a gennaio oscillavano tra le cinquemila e le seimila persone: si tratta di una città all’interno della stessa città, che ogni giorno si muove e vive per contribuire alla rinascita post sisma”.

“È possibile che con la ripresa di alcune attività da lunedì prossimo, tra cui proprio quella edile, il numero dei contagi possa tornare a salire. All’Aquila, fortunatamente, il numero di contagiati è stato molto basso e da giorni è pari a zero. L’obiettivo è mantenere questo standard, reso possibile grazie ad alcuni fattori, tra cui la prontezza del sistema sanitario aquilano di fronte all’emergenza, la conformazione del territorio e, soprattutto, la disciplina e il grande rispetto delle regole. Tutto sono stati chiamati a fare enormi sacrifici per limitare la diffusione del coronavirus e occorrerà lo stesso senso di responsabilità per intraprendere la fase due”.

Per l’attuazione del protocollo, allegato all’ordinanza, sono fissati una serie di principi a cui dovranno attenersi le ditte. Oltre il monitoraggio dei lavoratori attraverso controlli sanitari, è prevista la verifica della temperatura corporea all’ingresso del cantiere, la sanificazione giornaliera dei locali e degli ambienti chiusi, il rispetto delle distanze di sicurezza e delle misure generali previste in decreti, ordinanze e circolari del ministero della Salute.

Non rappresentano un obbligo, ma solo una forte raccomandazione da parte dell’amministrazione, la possibilità di far pernottare le maestranze nelle strutture ricettive del Comune dell’Aquila e dei territori limitrofi al fine di contenere il pendolarismo e l’utilizzo di applicativi per la raccolta di informazioni utili al tracciamento dei contagi da coronavirus per i lavoratori dei cantieri.

“I costi dovranno necessariamente essere a carico dei datori di lavoro. Ci rendiamo conto dello sforzo a cui saranno chiamati. Per questa ragione ho chiesto, con una nota inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e al ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, di prevedere una norma che consenta di riconoscere un contributo aggiuntivo alle imprese impegnate nella ricostruzione dei comuni colpiti dal sisma 2009 per sostenere i maggiori oneri legati all’emergenza coronavirus”, conclude il primo cittadino.

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