L’Aquila. L’Abruzzo è tra le regioni a più bassa densità di popolazione. Con 240 morti, su una popolazione di 1,3 milioni di abitanti, si colloca tra quelle con il maggior numero di vittime. Il numero dei contagi è rimasto tutto sommato contenuto ma il tasso di mortalità si avvicina all’11%
Il confronto. Una percentuale importante se paragonata a quella di altre regioni come la Sicilia: 5 milioni di abitanti, 181 morti, la Sardegna, simile come tipologia all’Abruzzo, con piccoli paesi isolati e poche grandi città e 83 morti, 1161 contagi conclamati su una popolazione di circa 1,6 milioni di abitanti. In Abruzzo i morti sono stati quasi gli stessi di regioni con milioni di abitanti. La regione verde d’Europa infatti supera in questa triste classifica anche il vicino Lazio (311 deceduti, 5232 contagi) e la Campania (278 morti, 3807 casi), entrambe con circa 6 milioni di abitanti ciascuna.
I dati. Sono stati infatti 240 i deceduti, di cui 78 donne e 162 uomini. La percentuale delle vittime, sul totale dei 2.274 casi positivi, è pari al 10,6 per cento. Un dato inferiore di 2,5 punti percentuali rispetto alla media nazionale, che è pari al 13,1 per cento, ma che porta l’abruzzo al settimo posto in Italia, subito dopo le dopo le sei regioni italiane più colpite, tutte del Nord, a parte le Marche. Il più giovane dei deceduti aveva 38 anni, la più anziana 99. L’età media delle vittime di sesso femminile è di 80 anni, che scende a 75 per gli uomini. La media nazionale, indistinta per sesso, è pari a 78 anni. Tra i deceduti, 18 sono di età inferiore a 60 anni, 43 di età compresa tra i 60 e i 70 anni, 65 di età compresa tra i 70 e gli 80 anni, 77 di età compresa tra gli 80 e i 90 anni, mentre 29 avevano oltre 90 anni. Dei 232 decessi, 20 fanno riferimento alla Asl Avezzano Sulmona L’Aquila, 48 alla Asl Lanciano Vasto Chieti, 98 alla Asl di Pescara e 66 alla Asl di Teramo.
Ma perché in Abruzzo c’è una incidenza superiore a tutte le altre regioni del Centrosud e a regioni più popolose?
Secondo il Servizio Prevenzione e Tutela della salute dell’Assessorato regionale alla Salute, tutta la spiegazione sta nell’età media della popolazione. A incidere sulla mortalità, in Abruzzo concorrerebbero anche una serie di altre concause: quasi un quarto della popolazione residente è composta da over 65, con un indice di vecchiaia regionale pari a 191,8 (ogni 100 ragazzi under 14 ci sono quasi 192 anziani). Pazienti più anziani significa anche l’incidenza di più patologie sullo stesso paziente, soprattutto diabete e malattie cardiovascolari, che, associate all’età, aumentano il rischio di complicazioni legate al Covid. Il servizio Prevenzione e tutela della salute precisa, infine, che nelle strutture ospedaliere abruzzesi, l’andamento epidemiologico ha consentito il ricovero, anche in terapia intensiva, per tutti i pazienti le cui condizioni cliniche rendessero necessaria l’ospedalizzazione.
Non si spiega così l’alto tasso di mortalità quindi. E’ anche vero, d’altro canto, però, che l’abruzzo è solo al decimo posto in Italia per età media rispetto alle altre regioni e in linea con la media nazionale. Infatti prima del’Abruzzo le regioni più vecchie sono 1° Liguria 48,46 anni, Friuli-Venezia Giulia 47,00 , Piemonte 46,54, Toscana 46,52, Umbria 46,49, Sardegna 46,33, Molise 46,28, Marche 46,09, Emilia-Romagna 45,70. L’Abruzzo è a 45,67. In Italia l’età media è 44,91. Quindi questi dati non giustificano una mortalità così alta. In situazioni di normalità, inoltre, l’Abruzzo ha un tasso di mortalità dell’11,2, ed è ad decimo posto in Italia.