Il mondo del vino registra un drammatico stop a causa della crisi da coronavirus. In tutta Italia, calo di ordini e mercato estero con segni di sofferenza. Una fotografia della situazione in Abruzzo nel racconto di Valentino Di Campli (Consorzio Vini Abruzzo) e Nicola D’Auria (MTV).
E’ in corso una battaglia campale al coronavirus che lascia segni in ogni settore. In Abruzzo i bollettini danno in aumento i contagi, che si prevedono in crescita almeno fino alla prossima settimana. Si attendono gli effetti delle restrizioni imposte dal governo, mentre il mondo produttivo osserva con apprensione anche il minimo segnale di inversione nella speranza di poter ripartire al più presto.
Fino a pochi giorni fa la scommessa su una pronta ripresa si faceva spazio tra gli addetti ai lavori. Le principali associazioni del settore enologico avevano, ad esempio, scommesso nel rilancio della principale fiera di settore, il Vinitaly, a Giugno credendo di poter accogliere anche il pubblico del Pro-Wein, che i tedeschi hanno prontamente rinviato al 2021. Col passare dei giorni, la crisi prende sempre più forma e già queste premesse non sembrano più verosimili. Sia D’Auria che Di Campli esprimono, a nome dei propri associati abruzzesi, delle perplessità nel riproporre il Vinitaly durante la seconda parte dell’anno. Le cantine considerano un investimento poco produttivo andare in fiera con una situazione di mobilità internazionale così compromessa e due mesi non faranno la differenza in tal senso.
La prima testimonianza su come le cantine abruzzesi affrontano l’emergenza coronavirus arriva da Valentino Di Campli, Presidente del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo e della cantina Codice Citra di Ortona, una delle realtà cooperative più grandi della nostra regione. Il Consorzio Vini d’Abruzzo raccoglie più di 150 aziende produttrici e imbottigliatrici di vino e si prefigge di tutelare e promuovere i vini regionali a denominazione (Doc e Igt).
“Stiamo vivendo una situazione senza precedenti. Tutte le attività promozionali del Consorzio di Tutela Vini Abruzzo al momento sono rinviate e il calendario fino metà anno è stato sospeso. Come per il turismo e la ristorazione fuori casa, anche le aziende del vino sono in difficoltà. Al momento, il canale Horeca è fermo ma anche l’estero sta segnando il passo. La Grande Distribuzione permette ancora di tenere in piedi un ritmo produttivo, ma è un movimento che riguarda principalmente le aziende strutturate per questo canale. Per quanto riguarda il mercato internazionale, gli ordinativi continuano ad arrivare dai paesi in cui operano i monopoli e la Grande Distribuzione e ci sono anche richieste di garanzia sulle consegne che tengono in attività le cantine più orientate all’export (valore Abruzzo: 182 mln di euro nel 2018, ndr). Il mercato cinese, ad esempio, ha avuto una netta flessione a Gennaio, adesso qualcosa comincia a muoversi nuovamente, speriamo che presto si possa tornare a regime. Con l’estensione globale dell’emergenza purtroppo diventa impossibile fare previsioni sulle vendite nei mercati esteri per i prossimi mesi ma dobbiamo essere ottimisti e pronti a reagire quando sarà il momento“.
Di Campli incoraggia i produttori a credere nella ripresa: “ci tengo ad esprimere la mia vicinanza a tutti i produttori abruzzesi, aziende singole, cooperative e loro soci. Viviamo un momento storico che lascerà delle tracce ma dobbiamo guardare con positività e coraggio al futuro perché questo ci permetterà di riprendere dove ci siamo fermati. Sono certo che ognuno di noi farà al meglio la propria parte“.
Stesso tenore nelle parole di Nicola D’Auria, titolare della cantina Dora Sarchese di Ortona e in doppia veste di Presidente nazionale e regionale per l’Abruzzo del Movimento Turismo del Vino, con un focus più orientato al mercato interno e all’enoturismo: “Le vendite sono praticamente bloccate, possiamo dire che in questo momento le cantine sono chiuse. Per le cantine associate al Movimento Turismo del Vino la situazione è drammatica, soprattutto nelle regioni dove il flusso delle vendite è legato anche al turismo. Anche le 56 cantine abruzzesi associate sono quasi ferme. Un distinguo può riguardare le aziende che lavorano con la Grande Distribuzione Organizzata, che continuano ad evadere gli ordini perché il canale è attivo. Ma se pensiamo al valore dell’enoturismo per le cantine italiane, la constatazione dell’entità del danno è intuibile“.
Il Movimento Turismo del Vino racchiude circa un migliaio di cantine sparse tra tutte le regioni, organizza da quasi trenta anni nell’ultima domenica di Maggio Cantine Aperte, il primo evento nazionale nato per la diffusione della cultura del vino. Oggi in Italia il capitolo enoturismo vale 2,5 miliardi di euro all’anno. Cosa si prevede per l’edizione 2020 di Cantine Aperte, oramai alle porte? Se le condizioni lo permettessero, potrebbe essere un punto di partenza molto importante per il rilancio del settore.
“Al momento l’organizzazione di Cantine Aperte è ferma ma nutriamo ancora la speranza di poter metterci in moto entro il 30 Aprile. Oltre quella data temo che sarà impossibile impegnarsi per la riuscita dell’evento. Quindi teniamo d’occhio l’andamento delle prossime settimane. Per l’edizione 2020 abbiamo lavorato con Enit (Agenzia Nazionale Italiana del Turismo) alla promozione congiunta di Cantine Aperte, un potenziamento che ci avrebbe dato maggiore visibilità anche tra gli enoturisti stranieri, che pure non sono mai mancati. Insieme ad Enit stiamo lavorando al lancio di altre iniziative che dovrebbero seguire Cantine Aperte. Ma adesso dobbiamo concentrarci sul superamento dell’emergenza e non appena sarà possibile decideremo”.
Nel frattempo i produttori non si perdono d’animo, continuano a curare i clienti di prossimità concentrando gli sforzi sulle vendite dirette con l’attivazione delle consegne a domicilio, dove possibile. Grazie ai social media, molte cantine abruzzesi tengono viva l’attenzione sul proprio brand, ciascuno dando sfoggio alla creatività nell’intrattenere gli enoappassionati, che trascorrono le giornate chiusi in casa tra tv, cellulari e aperitivi in videoconferenza in attesa di tempi migliori.