L’Aquila. Il lockdown serve subito, tutte le curve epidemiologiche sono in rialzo. E’ quanto afferma la Fondazione Gimbe nel tradizionale report settimanale sulla pandemia. Una stretta immediata e rigida per contrastare il più possibile l’aumento esponenziale dei casi di contagio da coronavirus in Italia è quanto di più necessario per fronteggiare la crisi sanitaria che sta interessando l’Italia. Il report tiene conto del periodo che va dal 6 al 12 gennaio. Questi i numeri:
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Decessi: 3.490 (+5,8%)
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Terapia intensiva: +67 (+2,6%)
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Ricoverati con sintomi: +317 (+3,4%)
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Nuovi casi: 121.644 (+6,6%)
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Casi attualmente positivi: +879 (+0,2%)
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Casi testati +36.433 (+9,7%)
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Tamponi totali: +89.492 (+10%)
“I dati confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali e, sul versante ospedaliero, il costante aumento di ricoveri e terapie intensive, dove l’occupazione da parte di pazienti Covid supera in 10 Regioni la soglia del 40% in area medica e quella del 30% delle terapie intensiva. A quasi un anno dallo scoppio della pandemia nel nostro Paese non possiamo più permetterci di inseguire affannosamente il virus”. Lo spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
“Considerati i modesti risultati ottenuti dal sistema delle Regioni “a colori” e le incognite legate all’efficacia del vaccino soprattutto in termini di riduzione dei quadri severi di malattia e di trasmissione del virus questa rappresenta l’unica strada per mantenere il controllo dell’epidemia sino a fine anno senza affidarci esclusivamente al vaccino. Infatti, continuando con le strategie di mitigazione, sarà realisticamente impossibile riprendere un tracciamento efficace e l’unico auspicio non potrà che essere quello di raggiungere presto adeguate coperture vaccinali. Questo però significa accettare il rischio di una circolazione virale intermedia con gravi ripercussioni sulla salute e sull’economia ancora fino al prossimo autunno. Senza un lockdown immediato e rigoroso, ci attende un anno di difficile convivenza con il virus, con ospedali ciclicamente al limite del collasso, continui tira e molla sull’apertura di scuole e attività produttive e un aumento inesorabile dei decessi”, ha dichiarato.
“E’ indispensabile attuare rapidamente la strategia soppressiva, al fine di ridurre in modo rilevante i casi attualmente positivi e appiattire la curva epidemica”, precisa Renata Gili, responsabile della ricerca sui servizi sanitari della Fondazoine.