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Coronavirus e screening di massa, il M5S replica: Imbarazzati per i fornitori dei test rapidi

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
5 Febbraio 2021
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Chieti. “I test antigienici rapidi hanno problemi giganteschi. Lo abbiamo dimostrato con i numeri: il test antigenico rapido che ho analizzato dà tre falsi negativi ogni dieci. Significa che nelle maglie dello screening lasciamo girare liberamente tre positivi che per lo più sono convinti di essere negativi”’. Queste sono le parole del professore Andrea Crisanti in merito all’utilizzo di test rapidi per il controllo del territorio per contrastare l’espandersi del contagio da Covid-19.

“Davanti ai dubbi che ho posto riguardo all’utilizzo di questo strumento negli screening di massa sul territorio, limitandomi a chiedere chiarimenti, leggo parole scomposte e propagandistiche sia da parte del Direttore
Generale della Asl 02 Thomas Schael che da parte del presidente della commissione Sanità Mario Quaglieri”. Queste le parole del capogruppo del M5S in Regione Abruzzo, Sara Marcozzi, che nei giorni scorsi durante una conferenza stampa aveva sollevato dubbi sull’affidabilità dei test rapidi negli screening di massa organizzati nei Comuni abruzzesi per contrastare i contagi da coronavirus.

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“È curioso”, sottolinea la Marcozzi, “che abbiano impiegato oltre 24 ore per fornire risposte che non entrano nel merito della questione, così come è inaccettabile assistere al costante tentativo di mistificare la realtà e cambiare l’oggetto delle nostre critiche. Qui nessuno mette in dubbio la necessità di fare uno screening del territorio, quello che si critica è lo strumento che si utilizza: il test rapido e non quello molecolare. Dal momento che a parole si ostenta grande sicurezza riguardo al test rapido, come si spiega l’aumento di casi positivi nella nostra regione nonostante i test rapidi diano nella quasi totalità dei casi esito negativo?  Irresponsabile è chi infonde nella popolazione l’illusione che la negatività al test rapido dia una patente di certa negatività! Rischiamo di tornare zona rossa, nel caso in cui qualcuno non se ne fosse ancora accorto”.

“Ho portato l’esempio concreto di Guardiagrele”, precisa la pentastellata, “città balzata sulle cronache internazionali per via del focolaio con variante inglese, dove delle 4.334 persone sottoposte a test rapido soltanto 10 sono risultate positive e di queste solo due sarebbero state confermate positive nella successiva fase di controllo attraverso il tampone molecolare RT-PCR. Invece a Pizzoferrato sono risultate positive 71 persone sulle 530 che si sono sottoposte a tampone molecolare RT-PCR. Nessuno è riuscito a spiegarci il perché di dati così contrastanti, nemmeno il Direttore Generale della Asl 02 Schael, impegnato a scrivere comunicati stampa invece di fornirci dati riguardo al Covid che aspettiamo ormai da mesi e che dovrebbero essere pubblici. In compenso vedo che l’Aric, Agenzia regionale per l’informatica e la telematica, si permette addirittura di trarre conclusioni politiche e sanitarie sulle tipologie di test da utilizzare. Ormai è evidente che nella surreale Regione Abruzzo a trazione centrodestra tutto è permesso”.

“Davanti alle richieste che ho avanzato su segnalazione di numerosi medici”, prosegue la 5 stelle regionale, “prendo atto che il Consigliere Quaglieri preferisce buttarla in caciara e propaganda invece che rispondere nel merito. Ne comprendo l’imbarazzo di chi vede sempre lo stesso soggetto fornire le prestazioni più disparate a Regione Abruzzo, dalle campagne di promozione turistica ai test antigenici rapidi. Seguendo il suo stesso ragionamento, lo invito a dimettersi da consigliere regionale dal momento che non essendo egli laureato in giurisprudenza non può certo fare il legislatore. Sicuramente il caso non finirà qui, chiederò con tutti i mezzi a disposizione chiarezza sulla vicenda e sicurezza per gli abruzzesi. A questi ultimi”, conclude Sara Marcozzi, “mi sento di raccomandare ancora una volta l’utilizzo delle mascherine e il distanziamento sociale”.

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