L’Aquila. Delirio, stato confusionale e agitazione sono sintomi comuni del coronavirus, nei pazienti ricoverati, specie se hanno sviluppato la sindrome Covid in forma grave, ma ancora poco si sa sugli effetti a breve e lungo termine del nuovo coronavirus sulla salute mentale degli altri pazienti.
È quanto emerso da una revisione sistematica di oltre 70 studi, i cui risultati sono stati resi noti sulla rivista Lancet Psychiatry e hanno riguardato complessivamente dati relativi a oltre 3550 pazienti colpiti dal SARS-CoV-2 e per confronto dal virus della SARS e dal virus della MERS in passato. Diretto da Jonathan Rogers, del Wellcome Turst presso la University College London, lo studio offre una visione ancora molto preliminare di quello che può essere il reale impatto del nuovo coronavirus sulla salute mentale dei pazienti.
Stando a quanto riscontrato durante la SARS e la MERS, non è escluso che anche con la sindrome Covid i pazienti siano esposti al rischio di sintomi d’ansia, cali di memoria, sintomi depressivi, e anche da stress post-traumatico a breve e lungo termine. Gli esperti ipotizzano che il virus SARS-CoV-2 possa impattare sulla salute mentale in maniera diretta con diverse modalità: può infettare il sistema nervoso centrale, può danneggiarlo come conseguenza della carenza di ossigeno cui i pazienti gravi vanno incontro, può danneggiarlo attraverso la reazione immunitaria scatenata dal virus.
“Serviranno nuovi studi” concludono gli esperti “per valutare meglio l’impatto a breve e lungo termine del SARS-Cov-2 sulla salute mentale dei pazienti, anche dei casi moderati e lievi non ospedalizzati di cui non si tiene conto in questo primo lavoro”.