Anche in Italia, come in Cina e Germania, si profila uno scenario fatto di piccoli focolai e mini zone rosse: i casi di Mondragone e Bologna lo dimostrano, indicando come la rapidità nei tamponi e nel tracciamento dei contatti sia la strada giusta da seguire per evitare brutte sorprese in autunno. Lo spiega Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova e consulente della Regione Veneto, ospite di ‘Circo Massimo’ su Radio Capital. Crisanti si dice “contento” della risposta messa in atto a Bologna e Mondragone: “è la strada giusta, ma ce ne dobbiamo aspettare altre di queste situazioni, come è successo in Germania e in Cina. L’Italia non è immune. Se lo vogliamo passare indenni, bisogna stare molto vigili in autunno, vale per le istituzioni e i cittadini. Come all’inizio della pandemia, questo virus è in grado di diffondersi e di trasmettersi senza creare casi gravi”. A proposito della polemica sugli asintomatici non contagiosi, il virologo non ha dubbi: “se gli ospedali sono vuoti e se gli asintomatici non trasmettono, questi 296 nuovi casi di ieri da dove escono? È chiaro che gli asintomatici trasmettono”.
Per questo giudica “inopportuno” il documento firmato da dieci esperti che dichiara finita l’emergenza. “Non è stato un atto di responsabilità scrivere quel documento, non invita alla prudenza”, dice Crisanti. “Può far pensare che non c’è più pericolo e che sia tutto finito. La situazione è migliorata, ma grazie a un lockdown rigido e a una situazione climatica che sembra bloccare la diffusione del virus. Questa situazione non si ripeterà a ottobre-novembre”.