Non sono accertate per circa l’87% le cause delle infezioni avvenute all’inizio della pandemia di Covid-19 in Cina, a Whuan, probabilmente legate ad asintomatici o a casi lievi. Lo rileva la ricerca pubblicata sulla rivista Nature e condotta in Cina da Xingjie Hao, Shanshan Cheng, Degang Wu, tutti e tre della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan. I dati, che riguardano il periodo compreso fra il primo gennaio e l’8 marzo e un totale di 32.583 casi confermati, potrebbero dare indicazioni utili per contenere i focolai in attesa di farmaci e vaccini efficaci, considerando l’efficacia che a Wuhan hanno avuto gli interventi di contenimento nonostante l’altro numero di asintomatici.
L’analisi indica infatti che all’inizio dell’epidemia e prima che fossero adottate le misure di contenimento, l’indice di trasmissione R0 della malattia era di 3,54, maggiore rispetto a quelli delle due precedenti epidemie causate da altri coronavirus: la Sars del 2003 e la Mers del 2015. Le misure di restrizione adottate e prolungate nel tempo hanno avuto un effetto positivo, abbassando l’indice di contagio a 0,28 a partire dall’8 marzo. Considerando che in generale i contagi possono tornare ad aumentare proprio grazie alla presenza dei casi non accertati, i ricercatori osservano che i loro risultati forniscono indicazioni importanti sulla necessità di proseguire nella sorveglianza e negli interventi per contenere l’epidemia”.